È la Capitale guidata da Virginia Raggi l’epicentro del terremoto politico che ha scosso il Movimento 5 Stelle dopo il voto per le europee.
Alla sindaca che insegue la sinistra, dalle case popolari ai rom, agli attacchi al Viminale, passando per la battaglia contro Casapound, gli elettori romani hanno preferito la sinistra originale. Quella del Pd, che a Roma torna ad essere il primo partito, con il 30,2%, tallonato dalla Lega al 26%. Anche nella Capitale il Movimento deve accontentarsi del terzo posto, con il 17,8%, perdendo voti nelle roccaforti pentastellate come Ostia e Tor Bella Monaca.
Ad accaparrarsi i voti delle periferie è il partito di Matteo Salvini, con percentuali che sfiorano il 37% proprio nel municipio della rivolta contro il trasferimento di un gruppo di nomadi in un centro di accoglienza. Nei quartieri centrali invece trionfa la sinistra, con il Pd che ottiene il 41% nel primo municipio, il 39% ai Parioli e il 38% alla Garbatella. Fratelli d'Italia, con l'8,6%, supera Forza Italia, che prende il 5,5% e +Europa, con il 3,9.
Quello che emerge dalle urne, quindi, è un chiaro segnale anche per Virginia Raggi: le elezioni europee ridisegnano la geografia politica della città e se si votasse oggi per il Campidoglio la partita probabilmente se la giocherebbero centrodestra e centrosinistra. Tanto che c’è già chi, come il capogruppo leghista in Campidoglio, Maurizio Politi, parla di “avviso di sfratto” per la sindaca. Il voto per le europee diventa così il punto di partenza dal quale lanciare la sfida per la conquista di Palazzo Senatorio. La Lega avrebbe già messo a punto il suo programma per governare la città guidata dalla giunta pentastellata.
Al centro, spiega Politi, ci saranno “la riforma dell'assetto istituzionale e il sostegno alle Pmi”. “Poi – aggiunge - presenteremo un progetto sui rifiuti per portare la città stabilmente fuori dall'emergenza”. Virginia Raggi, dal canto suo, prende atto e si prepara a mettere mano, nelle prossime settimane, alle questioni più spinose. Tra queste c’è proprio il dossier rifiuti, con un probabile rimpasto di giunta che dovrebbe portare il "verde" Dario Tamburrano all’assessorato all’Ambiente e la nomina del Cda dell’Ama per approvare il bilancio del 2017. Poi c’è il nodo stadio della Roma e quello del trasporto pubblico con il bando per l'acquisizione di 240 nuovi bus per l'Atac, e la figuraccia di quelli già acquistati a Tel Aviv, ma fermi nelle rimesse perché troppo inquinanti.
Nel Lazio governato dal segretario dem Nicola Zingaretti trionfano, invece, i leghisti
con il 32,66% dei consensi. Segue il Pd staccato di quasi dieci punti percentuali. È boom di preferenze per il leader Matteo Salvini, mentre i grillini vengono bocciati anche dagli elettori laziali e si fermano al 17,07.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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