Fondi, scontro tra Lega e Csm "Messi fuorilegge come in Turchia"

Il Carroccio chiede un incontro con Mattarella dopo il verdetto sul sequestro dei conti. Per le toghe "toni inaccettabili"

Fondi, scontro tra Lega e Csm "Messi fuorilegge come in Turchia"

È scontro aperto ormai tra la Lega e i magistrati dopo l'ok da parte della Cassazione per il blocco dei conti del Carroccio. Matteo Salvini già nel corso del suo intervento a In Onda ieri sera aveva parlato di una "sentenza politica". "Questa è una sentenza politica, cercano di metterci fuori legge e non ci stanno riuscendo. Possono sequestrarmi quello che vogliono". Parole dure quelle del titolare del Viminale a cui sono seguite anche le richieste da parte del Carroccio di poter incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tempi rapidi per discutere del sequestro dei fondi del partito.

Dopo questa mossa del Carroccio è arrivata la replica del Csm che si dice allarmato per la richiesta della Lega di voler coinvolgere il Colle in questo caso giudiziario. Fonti di Palazzo dei Marescialli criticano le accuse della Lega che parla di "attacco alla democrazia". E sempre dal Csm sarebbe emersa "forte preoccupazione" per i toni ritenuti "inaccettabili". A stretto giro è arrivata anche la controreplica proprio della Lega che mantiene la sua posizione e fa un paragone tra quanto accade in Turchia e quanto sa accadendo in Italia: "Solo in Turchia, nei tempi moderni, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura", avrebbero fatto sapere fonti del Carroccio in risposta al Csm. Intanto i capigruppo della Lega, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno lanciato un messaggio chiaro: "Sarebbe ora che non ci fossero più "correnti di sinistra" né di nessun genere fra i magistrati, che dovrebbero essere imparziali".

Pronta la risposta dell'Associazione Nazionale Magistrati: "Va ribadito con forza che i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, nè perseguono fini politici, ma emettono sentenze in nome del popolo italiano, seguendo regole e principi di diritto di cui danno conto nelle motivazioni. L’Anm rigetta ogni tentativo di delegittimare la giurisdizione e di offuscare l’imparzialità dei magistrati, principio costituzionale a difesa del quale continuerà sempre a svolgere la propria azione, auspicando che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore gli stessi fondamentali principio". Sul caso, interpellato dai giornalisti, è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio: "È una sentenza che non mi crea imbarazzo, lo scandalo riguarda Bossi e il suo cerchio magico e non la Lega di Salvini. In ogni caso è una sentenza e va rispettata. Ricordo che con la Lega abbiamo stipulato un contratto di Governo che prevede di fare insieme norme anticorruzione".

Insomma lo scontro tra il Carroccio e le toghe prosegue ed è destinato a durare ancora a lungo. Di fatto la vicenda riguarda i rimborsi elettorali che la Lega Nord ha incassato nel biennio 2008-2010.

I fondi che ammonterebbero a 49 milioni, secondo l'accusa sarebbero stati utilizzati per spese che non avrebbero legami con l'attività politica. Per questi fatti è arrivata la condanna circa un anno fa per Bossi e l'ex tesoriere Belsito per truffa ai danni dello Stato. Proprio dopo la sentenza i giudici avevano disposto la confisca di 49 milioni di euro.

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