Fontana: "Pazzesco, indagato perché ho pagato di tasca mia"

In un'intervista il governatore ribadisce la sua innocenza, ma in consiglio regionale il Pd ed il Movimento Cinque Stelle sono pronti a metterlo alla porta

Fontana: "Pazzesco, indagato perché ho pagato di tasca mia"

Difeso dalla maggioranza in consiglio regionale e dal leader della Lega Matteo Salvini ma da tempo nel mirino di Pd e Movimento Cinque Stelle: prosegue l'attacco contro il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana il quale, in un'intervista rilasciata alla Stampa, torna nuovamente sull'inchiesta dei camici e dichiara ancora una volta la propria innocenza e buona fede.

"Questa storia è pazzesca", dichiara il governatore. "Ma qual è il reato? Di solito le persone finiscono indagate perché prendono dei soldi illecitamente. Io invece rischio di passare alla storia come il primo politico che viene indagato perché i soldi ha cercato di versarli".

Il tema al centro del dibattito è quello relativo all'affidamento della fornitura di camici, da destinare alla Regione per l'emergenza Coronavirus, alla società "Dama Spa". Una società partecipata dalla stessa moglie di Fontana e dal cognato, e che avrebbe, secondo un articolo de "Il Fatto Quotidiano" che anticipava il contenuto di un servizio di "Report", ricavato circa 500mila euro dalla vendita dei dispositivi di protezione destinati agli ospedali lombardi. "La Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante Aria non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l'intera fornitura è stata erogata dall'azienda a titolo gratuito", si era difeso Fontana, tornato al centro del dibattito per un ordine di versamento di 250mila euro, successivamente revocato, proveniente da un conto svizzero a lui intestato verso una fiduciaria italiana riferibile al cognato.

"Certo, quando è saltata fuori questa storia e ho visto che mio cognato faceva questa donazione, ho voluto partecipare anch' io. Fare anch' io una donazione. Mi sembrava il dovere di ogni lombardo", si difende il governatore lombardo. "Non c'è niente di illecito in quel conto, sono capitali denunciati e scudati, un eredità di mia madre. Non vedo di cosa dovrei vergognarmi".

Il presidente ribadisce di essere estraneo alla questione della fornitura dei camici. "Non sono mai intervenuto in alcun modo. Io della fornitura non sapevo niente. L'ho saputo solo quando mio cognato ha deciso di fare la donazione. Allora diciamo anche che ormai in questo Paese la democrazia per alcuni è stata sospesa", affonda Fontana."Anzi, non esiste più'. Torno a ripetere: ma qual è il reato? È vero, mi sono sentito responsabile per mio cognato. Quei soldi li consideravo una donazione a mio modo".

Un approvvigionamento di dispositivi di protezione avvenuto senza esborso, come documentabile: "Alla fine la Regione da mio cognato i camici li ha avuti gratis e l'unico reato che vedo veramente è una palese violazione del segreto istruttorio e per questo probabilmente mi rivolgerò ai magistrati di Brescia. Ogni democratico dovrebbe indignarsi per quello che mi sta succedendo ma lo so, tanto è inutile, le regole ormai sono saltate".

Sulla questione conti all'estero è intervenuto nelle ultime ore anche il legale del governatore: "Verificare i conti in Svizzera atto dovuto? Cercherò di capire, i giudici che stanno indagando sono persone corrette e preparate, ma in questo caso dovrebbero avere un fumus di anomalie perchè altrimenti se fosse solo curiosità investigativa dovrebbero aprire fascicoli per tutti quelli che hanno fatto lo scudo. In settimana li incontrerò per cercare di capire", dichiara su AdnKronos Jacopo Pensa."Oggi i capitali all'estero sono tutti chiari e trasparenti, tracciabili, tanto è vero che se fai un bonifico subito lo segnalano. Non so cosa possano avere visto i magistrati di anomalo in questo bonifico. L' unico intervento vero del governatore", ribadisce il legale di Fontana, "è stato unicamente quel bonifico deciso per ristorare il cognato che aveva rinunciato al pagamento della fornitura a causa della parentela. In poche parole è stato un atto di solidarietà al cognato che in forza di quella parentela aveva solo avuto danni". Il patrimonio del governatore non può e non deve essere un problema giudiziario: "C'è di mezzo un'eredità della mamma, stare bene di famiglia spero non sia ancora un reato, ma da noi parlare di Svizzera e Bahamas vuole già dire rendere sospetta una situazione patrimoniale".

A chiedere la testa del governatore sono i grillini. "Il Movimento 5 stelle è pronto a presentare la mozione di sfiducia al presidente Fontana. Il presidente, da tempo inspiegabilmente assente, deve venire a riferire in Aula. Basta annunci, basta dichiarazioni mezzo stampa, basta bugie, all'istituzione che rappresenta e ai cittadini Fontana deve rendere conto", affonda Massimo De Rosa, capogruppo del movimento in consiglio regionale, come riferito da AdnKronos."Dalle mascherine pannolino ai test sierologici, senza dimenticare l'ospedale in fiera, fino al caso camici per il quale è indagato, sono tante le risposte che il governatore deve ai lombardi".

Anche il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo interviene sulla vicenda.

"Da quanto si apprende Fontana sapeva dell’affare tra la Regione e l’azienda del cognato, cosa che aveva decisamente negato dopo le rivelazioni della trasmissione Report", attacca, come riportato da BresciaToday. "Ha mentito ai lombardi? I casi sono due, o può smentire in modo convincente o prenderemo atto che si è definitivamente rotto il rapporto di fiducia con i cittadini lombardi", conclude.

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