
Mutilato di entrambe le braccia. A nove anni. È il destino drammatico di Mahmoud Ajjour, un bambino palestinese gravemente ferito da un'esplosione mentre con la famiglia cercava di fuggire da un attacco israeliano su Gaza City nel marzo dell'anno scorso. Ora il suo volto dolente e quei corti moncherini rimasti appesi alle sue spalle strette sono diventati un'immagine simbolica, potentissima denuncia del dolore insanabile inflitto agli innocenti in ogni guerra: World Press Photo ha attribuito alla fotografia di Mahmoud, scattata dalla palestinese Samar Abu Elouf, il premio per la foto dell'anno. Statistiche raggelanti dell'Onu ci ricordano che nel 2024 Gaza ha contato, in rapporto alla popolazione totale, il più alto numero di bambini amputati al mondo. La fotografia di Mahmoud Ajjour, da oggi in poi, racconterà dunque silenziosamente una verità terribile. Che però non può ridursi all'affermazione «Mahmoud è una vittima di Israele». Questo bambino di Gaza, come tutti gli altri abitanti di Gaza feriti, o mutilati o uccisi dagli israeliani dopo il 7 ottobre 2023, è semmai una vittima di Hamas. Di un'organizzazione islamista fanatica e sanguinaria che non ha tra i suoi fini la cura del popolo che amministra illegalmente, tenendolo in ostaggio dopo un colpo di Stato, bensì la distruzione di quello israeliano. Quel 7 ottobre, le centinaia di miliziani armati che sono penetrati nello Stato ebraico sapevano benissimo quali sarebbero state le conseguenze dei massacri e delle violenze infami che andavano a compiere sui civili israeliani: Netanyahu avrebbe ordinato una rappresaglia spietata e i civili di Gaza avrebbero pagato il prezzo più alto. Il calcolo dei capi di Hamas era gelidamente cinico: Israele si vendicherà, tutto il mondo islamico vedrà la sofferenza di Gaza e ammirerà la sua resistenza, s'incollerirà e prenderà le armi. Dall'Iran al Libano, dalla Siria allo Yemen alla Cisgiordania, sarà un unico fronte di guerra che finalmente schiaccerà la «entità sionista». Il calcolo politico e propagandistico si è però rivelato di molto sbagliato: hanno pagato solo i civili, i Mahmoud. Hamas ha sempre usato gli abitanti di Gaza per i suoi fini politici, e continua a farlo. Il suo feroce leader Yahya Sinwar diceva chiaramente che più ne fossero morti per mano israeliana e meglio sarebbe stato per la causa. Nascondere postazioni di artiglieria, armi e comandi militari tra case, scuole e ospedali di Gaza è sempre stato una regola. Così come stroncare ogni opposizione a Hamas: dopo un anno e mezzo di guerra, chi ha provato a protestare tra le macerie è finito scannato dai miliziani. Non abbiamo visto, anche in Italia, molta solidarietà sincera verso un popolo cui Hamas non ha mai lasciato scelta.
Il dissidente gazeo Hamza Howidy, che a Roma ha tenuto una conferenza stampa per denunciare la feroce repressione islamista, non è stato ad esempio degnato della presenza di un esponente della segreteria del Pd: più comodo recitare le solite litanie contro la destra israeliana, come se fosse l'unica colpevole. Anche questo è un modo per tradire i troppi Mahmoud Ajjour di Gaza, usati senza pietà da chi pretende di stare dalla loro parte.
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