Franceschini sferza il Pd: "Patto con 5S e renziani o la maggioranza salta"

Il ministro dei Beni culturali spiega che "le eventuali modifiche alla legge di Stabilità andranno preventivamente concordate nella maggioranza". E sulle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria, propone di lasciare ai territori la possibilità di valutare se ci sono le condizioni per un accordo

Franceschini sferza il Pd: "Patto con 5S e renziani o la maggioranza salta"

È convinto che i partiti di governo debbano difendere in modo compatto la Finanziaria e allo stesso tempo creare le condizioni per costruire una maggioranza politica. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini lo dice apertamente e propone agli alleati un duplice patto. L’esponente del Pd parla di due snodi fondamentali, il Parlamento con l’esame della Finanziaria e i territori dove si svolgeranno le Regionali di Emilia-Romagna e Calabria.

In un’intervista al Corriere della Sera, Franceschini spiega che ci sono delle condizioni base per andare avanti. Riferendosi alla manovra economica, dice che sono nate polemiche inutili ed è grave che si siano fatti appelli alle opposizioni per trovare in Parlamento delle maggioranze trasversali. Ed è per questo che secondo il ministro “serve un patto di metodo: le eventuali modifiche alla legge di Stabilità, così come ad altri provvedimenti futuri - spiega - andranno preventivamente concordate nella maggioranza. Senza furbizie e in modo collegiale, abbandonando l’idea di voler sconfiggere il partner di governo”. Franceschini ribadisce poi che i risultati sono un successo di tutti, così come le difficoltà sono un problema di tutti, altrimenti si corre il rischio di andare a sbattere come fatto dal precedente governo.

Rispetto invece alle Regionali, Franceschini comprende la necessità di non obbligare alleanze sul territorio ma invece non capisce perché si debbano vietare. A tal proposito, crede sia necessario un secondo patto, ovvero lasciare alle varie regioni la possibilità di valutare se ci sono le condizioni per un accordo. Secondo l’ex segretario del Pd, infatti, gli elettori non capirebbero il motivo per cui a livello nazionale dem e grillini sono alleati, mentre a livello locale sono contrapposti. Franceschini spiega che “senza un metodo condiviso e senza una prospettiva comune non c’è futuro. Il Pd non ha collaborato alla nascita di questo governo solo per evitare l’aumento dell’Iva, cosa giusta ma non sufficiente - prosegue -. E noi, pur vedendo i limiti dell’operazione intendiamo andare avanti, un passo alla volta. Se i patti saranno rispettati”.

Franceschini è convinto che qualcosa all’interno dell’esecutivo non funzioni e

dice che non è per colpa del Pd. Fa un appello alla buona volontà degli alleati, Movimento 5 Stelle e Italia Viva, perché non è possibile che ogni forza politica sia interessata solamente al "proprio orticello".

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