Torna a ribadire agli alleati che con i ricatti non si va avanti. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini è chiaro e in un’intervista al Messaggero parla dei rapporti con Movimento 5 Stelle e Italia Viva ma anche della legge di bilancio approvata in Consiglio dei ministri.
Sul primo tema, Franceschini afferma che “basta ascoltare i tg o leggere i giornali per leggere dichiarazioni tipo: 'O è così o non si va avantì, 'se non fate come dico io non voto la legge’. Questo non è il modo giusto di lavorare in una coalizione - prosegue - il principio della coalizione è cercare la mediazione e l'intesa su ogni punto”. Il ministro ricorda che il precedente esecutivo aveva stabilito una sorta di accordo reciproco, in cui ad esempio sull’immigrazione un partito faceva ciò che voleva e sulla giustizia l’altro partita agiva come meglio riteneva opportuno. Secondo Franceschini, questo sistema non va bene perché porterebbe qualsiasi alleanza verso una brutta strada. Luigi Di Maio non è convinto di questa coalizione e Franceschini precisa che “c'è sempre chi lancia il sasso avanti e chi è invece rallenta ed più prudente”. Su Renzi, invece, non vede il pericolo che faccia il Salvini di questo Governo perché “i due hanno in comune solo il nome”.
Sulla manovra, l’ex segretario del Pd dice che è stato fatto un ottimo lavoro e che l’esecutivo ha rispettato l’impegno di non aumentare l’Iva. Per il ministro, il taglio del cuneo fiscale non è irrilevante perché “sono 3 miliardi in metà anno e nel prossimo saranno 5. Certo, poteva essere di più.
Ma siccome i soldi non si stampano, per farlo più alto avremmo dovuto intervenire sull'Iva o su altre forme di prelievo - conclude - se tiri la coperta da una parte, dall'altra si scoprono i piedi. Non si scappa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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