«Sono la madre di Yousef. L'ho perso. A me e al mio bambino non è stato permesso di essere felici insieme nemmeno per un solo momento», ha detto ad Al Jazeera la madre dell'ultimo neonato morto per ipotermia nella Striscia di Gaza. «È morto a causa del freddo intenso. Ha dormito accanto a me e la mattina l'ho trovato congelato e morto. Non so cosa dire», ha aggiunto. «Nessuno può capire la mia miseria. Nessuno al mondo può comprendere la nostra situazione catastrofica. Yousef stava bene. È nato sano. Ho perso Yousef per sempre», ha affermato disperata la donna.
Il neonato è l'ottavo morto a Gaza per ipotermia. Il drastico calo delle temperature, fino a 10 gradi sotto lo zero, sta risultano letale per i più piccoli nell'enclave palestinese. I campi profughi dove la popolazione si è rifugiata a causa degli sfollamenti sono senza riscaldamento. L'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, ha scritto su X che fino a 7.700 neonati nei territori in guerra stanno vivendo in sistemazioni inadeguate a causa del conflitto tra Israele e Hamas. A dicembre sono morti quattro neonati di freddo nella Striscia di Gaza, tra cui una bambina il giorno di Natale, come ha ricordato l'agenzia di stampa Wafa. Centinaia di migliaia di palestinesi hanno perso la loro casa a causa del conflitto.
La battaglia a Gaza non si ferma.
Le vittime, secondo fonti di Hamas che includono anche i combattenti, sfiorano quota 46mila, i feriti sono circa 110mila e il bilancio di ieri mattina era di quasi un centinaio di morti in appena 24 ore, oltre 180 nel solo fine settimana, dopo che l'Esercito ha riferito di aver colpito oltre cento obiettivi e di aver ucciso decine di terroristi di Hamas. Il ministro della Difesa israeliano ha avvisato che se non ci sarà un accordo sulla tregua i raid proseguiranno ancora più duri sulla Striscia di Gaza.
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