Il naufragio di Lampedusa riaccende gli animi della sinistra, che usa il naufragio per provare a destrutturare l'operato del governo sui migranti. Predicando, come sempre, accoglienza erga omnes e dimenticando che è proprio questa apertura totale a determinare i drammi.
Nel mirino dell'opposizione, c'è soprattutto il memorandum con la Tunisia, fiore all'occhiello dell'attività diplomatica dell'esecutivo. «Oltre 41 annegati oggi al largo di Lampedusa, 67 tra morti e dispersi l'altro ieri al largo delle coste tunisine e altre decine nei giorni precedenti. Tutti partiti dal porto tunisino di Sfax. Una strage senza fine su cui si infrange la propaganda di Meloni», dichiara in coro il Movimento 5 Stelle alla Camera. Stessi toni da Riccardo Magi, leader di + Europa. «Ennesimo naufragio a Lampedusa. Ecco il piano Mattei: l'accordo con la Tunisia è l'ennesimo regalo di soldi ai regimi dittatoriali del nord Africa, a cui si dà carta bianca per abbandonare i migranti nel deserto e contemporaneamente senza alcun effetto su chi si imbarca per venire in Italia», ha argomentato il parlamentare boniniano.
Per i giallorossi la questione è sempre la stessa: inutile tentare di stringere patti con i Paesi da cui i migranti partono: la priorità, per la sinistra, sembra essere non limitare in alcun modo i flussi. Questa, di sicuro, è la visione di Elly Schlein, che ieri ha attaccato la Meloni: «Bisogna porre fine all'esternalizzazione delle frontiere - ha detto - che sta violando diritti fondamentali delle persone, fatta anche attraverso cinici accordi con Paesi che non garantiscono diritti e democrazia. L'Unione europea deve farsi promotore luce di una vera politica condivisa di accoglienza, che salvi le persone in mare e sulle rotte più pericolose». Niente muri e soprattutto niente confini, per la segretaria dem, che ha sposato la cittadinanza mondiale e rifugge il concetto di patria. Davide Faraone, d'Italia viva, ha usato Twitter e l'ha messa sul piano statistico: «Da quando la Meloni ha nominato un commissario per l'emergenza immigrazione e ha limitato l'azione delle Ong sul mar Mediterraneo, gli sbarchi sono raddoppiati». Oltre alla politica, ci sono proprio le Ong, che come noto non si discostano molto dal pensiero dell'attuale minoranza parlamentare in Italia.
«Noi facciamo il possibile per pattugliare il Mediterraneo e salvare le persone, ma servirebbe una gestione condivisa da tutti gli Stati membri per fermare questo scenario di morte», ha tuonato Sos Mediteranee, che poi ha attaccato il decreto Piantedosi per via del fatto che non permetterebbe alle Ong di essere troppo vicine a questi tragici scenari marittimi. Il fronte pro accoglienza a tutti i costi, come ogni estate, si è ricompattato.
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