«Che questa verità serva a chiarire», dice Trump nel messaggio in cui minaccia Hamas «se non restituisce i rapiti entro il 20 gennaio... la punizione sarà la più dura di tutta la storia degli Stati Uniti». È una svolta non solo pratica, ma conoscitiva. Trump identifica finalmente in Hamas l'unico responsabile delle atrocità, della vita e della morte dei 101 essere umani nelle sue mani: e si stupisce che se ne chiacchieri senza decidere per un'azione. La parola verità nella melma antisemita che ha invaso il mondo dopo il 7 ottobre ha cancellato assassini e vittime, li ha scambiati di posto, ha riempito il mondo di porcherie storiche e politiche, di folle impazzite. Il rovesciamento della verità per cui una mandria di migliaia di assassini ha fatto a pezzi, uno a uno e per scelta, famiglie innocenti si è trasformata in odio per gli ebrei e in minaccia per l'Occidente.
Adesso, con questa decisa presa di posizione di Trump, si è alzata una bandiera mentre si sta organizzando un gruppo di governo che sembra orientato a fronteggiare la violenza non solo di Hamas, ma anche quella dell'Iran coi suoi proxy. Hamas è quello che deve essere: il solo colpevole. E soccomberà. È un punto di vista andato perduto anche qui: lo slogan «bring them home» rivolto a Netnayahu, ha spesso sottinteso che la maggiore responsabilità non fosse di Hamas ma di Bibi. Le manifestazioni di strada accusando Netanyahu di non volere una tregua per tenere in piedi il governo, si sono trasformate in manna per Hamas, che ha alzato il prezzo di un accordo che non si è mai profilato da parte di Hamas se non al prezzo della sopravvivenza del regime di Gaza.
Hamas, e l'ha confermato Blinken insieme a Biden, ha rifiutato tutti gli accordi cui invece Israele era disposto, salvo tormentare e poi giustiziare vilmente i rapiti non dimenticando mai di fomentare lo scontro e il tormento di tutta Israele. Adesso è finita: se i rapiti non vengono a casa, questo deve essere fermato a ogni costo.
Non con inutili regalie, con aiuti umanitari di cui si impossessano i terroristi, con calunnie verso Israele, nemmeno dando spazio all'attacco politico che rafforza palesemente il nemico mentre si combatte una guerra indispensabile e il più possibile contenuta nonostante gli scudi umani. Lo slogan finalmente non è «bring them home», portali a casa, ma «let my people go», lascia andare la mia gente.
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