Il "furbetto" Coppola estradato dagli Emirati

L'immobiliarista romano deve scontare sei anni per una condanna per bancarotta. Nordio soddisfatto

Il "furbetto" Coppola estradato dagli Emirati
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Era conosciuto anche con il soprannome di «er cash» e ultimamente si era diviso tra la Svizzera e gli Emirati Arabi Uniti per sfuggire alla giustizia italiana: tuttavia la sua «avventura» fuori dal nostro Paese è terminata ufficialmente ieri mattina con l'atterraggio all'aeroporto di Fiumicino, per poi essere accompagnato nel carcere Mammagialla di Viterbo. L'immobiliarista Danilo Coppola è stato estradato dalle autorità competenti emiratine in Italia, dove dovrà scontare una pena residua di sei anni, due mesi e dodici giorni in seguito alla condanna definitiva comminatagli per bancarotta fraudolenta nel luglio 2022. Su di lui pendeva un mandato di arresto internazionale.

Cinquantaseienne, ex protagonista della stagione dei «furbetti del quartierino», l'imprenditore romano era già stato fermato lo scorso dicembre ad Abu Dhabi - dove nel frattempo era approdato - ma il suo rilascio fu pressoché immediato perché non venne ritenuta per lui necessaria la custodia cautelare in attesa del procedimento di trasferimento nella Capitale, poi concluso ventiquattro ore fa dopo un iniziale rifiuto all'estradizione. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha voluto esprimere tutta la propria gratitudine all'omologo Mohammed Al Nuaimi «per l'intensa collaborazione che abbiamo sviluppato nell'ambito del trattato bilaterale di estradizione», soprattutto a seguito della visita Guardasigilli nella capitale degli Emirati Arabi a febbraio. «Questo sviluppo positivo nella cooperazione giudiziaria dimostra che per noi non può esservi nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all'estero».

Ex azionista di Mediobanca e molto vicino alla famiglia Segre (i commercialisti di Carlo De Benedetti), Danilo Coppola aveva ereditato l'attività edile di famiglia a 28 anni, quando era ancora uno studente: abbandonò l'università e si gettò nel mondo degli affari. La sua crescita impetuosa lo fece concentrare sul mercato romano, costruendo centinaia di appartamenti tra il 1995 e il 2000. Intrecciò sempre più relazioni, tanto da collezionare a inizio del nuovo secolo piccole quote di soggetti di grande rilievo sul piano nazionale. Una pratica che gli consentì di essere iscritto di diritto al gruppo dei «furbetti»: con la scalata ad Antonveneta e Bnl, la successiva inchiesta romana nel 2007 lo portò in carcere con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, riciclaggio, falso e appropriazione indebita. Imputazioni da cui è stato assolto in appello nel 2013.

Uscito di prigione e sgravato della misura dei domiciliari, sanò parzialmente il suo debito con il fisco e ottenne un prestito dal Banco Popolare di 210 milioni di euro per la riqualificazione del quartiere Porta Vittoria, grande area in uno degli snodi fondamentali della metropoli milanese. Il progetto andò in porto, ma l'immobiliarista verrà arrestato nel maggio 2016 dalla Guardia di Finanza con l'accusa di bancarotta fraudolenta e sottrazione truffaldina di imposte.

La condanna a sette anni di reclusione stabilita nel 2020 dalla Corte di Appello di Milano sarà confermata in Cassazione due estati più tardi. Deve scontare un residuo di sei anni. Ora l'avvocato di Coppola annuncia che chiederà una misura alternativa: «Soffre di una patologia cardiaca che lo rende incompatibile con il regime carcerario».

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