Fermi tutti, c'è bisogno di una precisazione. E senza fare troppi voli pindarici, lo diremo direttamente: il video in cui si vede Franco Gabrielli rivolgersi a Matteo Salvini con espressioni "colorite" non è stato "rubato", come si è cercato di far credere in queste ore. Non dal Giornale.it, ovviamente. Ma nemmeno da altri. Perché il filmato finito al centro della bufera che si è scatenata sul Capo della Polizia era stato pubblicato sui social network, per poi essere stranamente rimosso.
Breve riassunto dello scoop del Giornale.it. Lo scorso 24 febbraio il prefetto va ad un seminario organizzato dal sindacato Coisp e viene invitato a parlare. Gabrielli tiene un discorso di "oltre trenta minuti" e a un certo punto tocca la spinosa questione della riorganizzazione dei presidi della Polizia di Stato. Il tema è scottante perché sia i sindacati che la Lega sono contrari al piano di chiusure disposte dal Viminale a guida Lamorgese. Il prefetto la pensa diversamente e non lo manda a dire. Afferma che "in un Paese normale ci avrebbero già preso a calci nel sedere". Parla della "truffa che l'amministrazione ha fatto, realizzando uffici nuovi per 11.200 unità mantenendo gli organici immodificati". Critica la decisione di "istituire la questura di Monza e Brianza" (inaugurata da Salvini) per poi contestare, come fa il Carroccio, la chiusura del vicino presidio di Seregno. E alla fine nomina espressamente l'ex ministro dell'Interno e l'onorevole Molteni, criticandone le scelte con toni piuttosto coloriti. La Lega non ha chiuso gli uffici di polizia? "Beh, grazie, Graziella...", dice Gabrielli. Che poi tra le altre cose aggiunge: "Avevo chiesto che per non tagliare uffici avremmo avuto bisogno di più uomini", perché i conti si fanno col personale a disposizione e non dicendo "ah, gli uffici non chiuderanno". E infine: "Non puoi dire 'Le squadre nautiche non si toccano' e poi non cambi la norma. Perché in quel momento ti comporti in un certo modo utilizzando lo sfintere di un altro".
Bene. Ieri sia Salvini che Molteni si sono detti "stupiti" dai "toni sgradevoli" usati da Gabrielli. Il capo della Polizia si è scusato, e sembrava che la polemica fosse finita lì. Ma non è così. Il prefetto infatti ha parlato di "frasi rubate in un contesto privato" e di "polemica strumentalmente creata". Il segretario generale del Coisp Domenico Pianese, invece, ha visto dichiarazioni "estrapolate dal contesto" che avrebbero "stravolto il senso" del discorso. In realtà, ilGiornale.it ha pubblicato il video integrale dell'intervento di Gabrielli, quindi bastava guardarselo tutto (se volete, basta cliccare qui). E soprattutto il documento non è stato affatto "rubato". Certo, non si trattava di un convegno aperto al pubblico, ma il filmato è stato caricato sulla pagina Facebook del Coisp Roma. Così come un altro spezzone di video, con un'altra parte di intervento, si poteva trovare sui social del Coisp Molise. Entrambi i file ora non sono più reperibili. Ma c'erano.
Una domanda sorge spontanea: ma è normale che il capo della polizia si rivolga in quel modo a un partito di opposizione, di fronte ad una platea, benché in un contesto "riservato"? Secondo il Carroccio, non proprio. E infatti stamattina è tornato alla carica, lamentando pure il "silenzio del governo" e del ministro Luciana Lamorgese. Per l'ex sottosegretario Stefano Candiani, il prefetto non stava parlando "nel salotto di casa", ma di fronte a sindacalisti e poliziotti. Dunque "sorprende" che "cerchi di giustificarsi distinguendo tra contesto pubblico e privato" come se "l'importante non fosse la lealtà e la correttazza verso l'istituzione, quanto invece fare buon viso di fronte e parlare male alle spalle". Un atteggiamento definito "né leale né decoroso".
Per ora non sono arrivate richieste di dimissioni, ma il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, ha annunciato un'interrogazione parlamentare. "È sorprendente", dice, che Gabrielli "si lasci andare a commenti polemici e coloriti nei cronfronti del leader del primo partito italiano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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