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Il gas che rallegrava i borghesi e placava il male alle gengive

Nel '700 il protossido usato solo per svago. Poi divenne un anestetico per i dentisti

Il gas che rallegrava i borghesi e placava il male alle gengive
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C'è chi sniffa benzina ai distributori. I bambini di Bucarest, nel post Ceausescu, vivevano nelle fogne e sniffavano colla. Finita la colla, passarono all'Aurolac, un solvente allucinatorio. E come ci si arriva nel Salento a inalare gas esilarante (che fa ridere) anche detto protossido di azoto? Ci si arriva nel Settecento, e con le migliori intenzioni, come sempre.

Del resto la Bayer di fine Ottocento, nello stesso laboratorio e nello stesso agosto del 1897, con le migliori intenzioni, creò due composti: uno era l'acido salicilico (l'Aspirina) e due settimane dopo la diacetilmorfina, che doveva curare la tubercolosi polmonare e almeno altre trenta patologie e che oggi è conosciuta col nome di eroina. Il protossido di azoto si usa invece come comune anestetico (come il Fentanyl, del resto) e il primo a farlo ufficialmente, nell'Ottocento, fu un dentista: aveva notato che un paziente l'aveva usato a scopo ricreativo (per ridere e divertirsi) ma era anche diventato insensibile al dolore.

In realtà il gas esilarante l'aveva scoperto un anno prima un altro chimico britannico che, l'aveva sperimentato su se stesso: gli piacque proprio; non faceva sentire il dolore pur non perdendo coscienza. Aveva un male boia alla gengiva, nel suo caso, per via di un dente del giudizio capriccioso: sparito il dolore, salvo ricomparire quando finì l'effetto. Allora provò a suggerirne l'uso in medicina, ma non se lo filarono, e la borghesia continuava perciò ad assumere il gas solo durante le feste. Dovette trascorrere mezzo secolo prima che si accorgessero che quel chimico aveva ragione: e si arriva al dentista di prima, che durante una serata provò il gas e poco dopo urtò malamente una panca ma non si accorse neppure della ferita sanguinante. Riprovò il gas e si fece cavare un dente da un collega: miracolo, funzionava. Allora organizzò una dimostrazione all'università di Boston ed estrasse un dente a un ragazzo ridente (perché opportunamente gasato) ma qualcosa andò storto, non è noto che cosa: il poveretto si mise a urlare come un pazzo. Il dentista finì in rovina, poi anche in galera: si suicidò con del cloroformio, un altro anestetico.

Tempo dopo ebbe successo un gas similare pure usato come droga ricreativa, l'etere: lo somministrò pubblicamente a un tizio e poi a un chirurgo, al quale estrasse addirittura un tumore dal collo senza che lui sentisse male: da allora l'anfiteatro operatorio, al Massachusetts Hospital di Boston, è noto come cupola dell'etere. Il protossido di azoto invece fu rivalutato in odontoiatria e si usa ancora oggi: permette un'anestesia cosciente e lo usano anche in molte sale parto. Non è il cosiddetto gas dei palloncini (che è l'elio) ma i palloncini sono un mezzo comodo per trasportarlo.

All'occorrenza l'hanno trasportato anche ad Alessano, in provincia di Lecce: laddove, al pari di decine di sostanze lecite e non controllate, usato senza perizia, può aver avuto ripercussioni neurologiche, dare sino a vertigini, nausea, perdita di coscienza, asfissia, aritmie e persino arresto cardiaco, volgarmente detta morte.

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