Il gas sfonda tutti i record e Mosca ora lo brucia. L'Ue: "Riunione urgente"

Il prezzo tocca i 341 euro al megawattora, poi si assesta a 339. Nella centrale di Portovaya, di fronte alla Finlandia, distrutti ogni giorno 4,3 milioni di metri cubi. Risale anche il greggio. Bruxelles verso un vertice straordinario.

Il gas sfonda tutti i record e Mosca ora lo brucia. L'Ue: "Riunione urgente"

Il prezzo del gas va alle stelle e i russi ne bruciano milioni di metri cubi al giorno in un impianto davanti alla Finlandia. Poca roba rispetto ai 350 miliardi di metri cubi l'anno importati dall'Europa. Però simbolicamente suona come una provocazione anche se potrebbe trattarsi di un problema tecnico. Non solo: il valore del metano che va quotidianamente in fumo è di 10 milioni dollari. La pessima notizia è che ieri il gas ad Amsterdam, mercato di riferimento per l'Europa, è schizzato a 339 euro al megawattora arrivando a punte di 341. Un record storico, che rischia di destabilizzare l'economia della Ue. Inevitabile la convocazione di una riunione di emergenza dei ministri dell'Energia Ue entro metà settembre.

Nel frattempo a Portovaya, vicino al confine finlandese, un impianto russo sta bruciando da giugno ingenti quantitativi di gas. La fiamma, che deve rimanere sempre accesa, è aumentata a dismisura. Un'analisi della società specializzata norvegese Rysrtand energy con l'aiuto di foto satellitari ha stabilito che vengono bruciati ogni giorno 4,34 milioni di metri cubi di gas. «Che sul mercato ci sia un ricatto da parte della Russia non c'è dubbio» spiega al Giornale, Michelangelo Celozzi, esperto energetico. Il presidente del Trans Med engineering network, però fa presente che «si tratta di una quantità minima. Potrebbe trattarsi di una provocazione simbolica o di problemi tecnici. L'Europa importa dalla Russia 350 miliardi di metri cubi l'anno di gas. Se ne bruciano 4,34 milioni al giorno anche da settimane è poca roba».

La Bbc ha lanciato ieri la notizia con la dichiarazione dell'ambasciatore tedesco a Londra, Miguel Berger, che sentenzia: «Non lo possono vendere dappertutto» a causa delle sanzioni «così preferiscono bruciarlo». L'impianto si trova all'imbocco del gasdotto Nord Stream 1, il principale canale giugulare verso la Germania. I russi, dopo riduzioni a singhiozzo, hanno annunciato di volerlo bloccare del tutto per alcuni giorni per manutenzione. Gli esperti sono divisi sulle reali motivazioni della super fiammata di Portovaya. L'ipotesi più semplice è che gli impianti non possono venir chiusi, come il rubinetto dell'acqua. Il gas deve sempre uscire e per questo c'è la classica fiamma, ma in questo caso ha dimensioni esagerate. «Non ho mai visto un impianto di gas liquefatto infiammarsi così tanto» afferma Jessica McCarty, esperta di dati satellitari della Miami University in Ohio. Un'altra ipotesi è che ci siano problemi tecnici forse legati alla penuria di pezzi di ricambio a causa delle sanzioni e di tecnici specializzati di società internazionali che stanno lasciando la Russia. «Per liquefare il gas prima bisogna processarlo - spiega Massimo Nicolazzi esperto di sicurezza energetica - Può darsi che abbiano dei problemi tecnici con il procedimento di liquefazione». L'impatto ambientale è un altro guaio, ma Sindre Knutsson della Rystad Energy, che ha stilato il rapporto, parla di fiammata anomala «come visibile promemoria del dominio della Russia sui mercati energetici europei». Secondo l'esperto «Non potrebbe esserci un segnale più chiaro: la Russia può abbassare i prezzi dell'energia domani. Questo è gas che altrimenti sarebbe stato esportato tramite il Nord Stream 1 o vie alternative».

La «guerra» del gas sta provocando un aumento record dei prezzi per l'elettricità anche in Germania e Francia. Si prevede che i contratti saliranno nel 2023 rispettivamente a 1000 euro in Francia e 850 in Germania contro gli 85 dello scorso anno. L'aumento vertiginoso del costo dell'energia nel Regno Unito rischia di avere «effetti devastanti» sui britannici alle prese col caro vita. L'allarme è stato lanciato da Jonathan Brearley, a capo dell'Autorità nazionale per l'Energia. Gli aumenti per milioni di famiglie in ottobre saranno dell'80%. In visita in Algeria il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che «non siamo in competizione con l'Italia» sul gas, ma la visita riguarda pure gli approvvigionamenti energetici anche se Parigi può contare sul nucleare.

L'emergenza gas ha convinto il primo ministro ceco Petr Fiala, presidente di turno della Ue, di convocare entro metà settembre «una riunione di emergenza dei ministri dell'Energia per discutere le misure specifiche per affrontare la situazione energetica».

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