Gaza, 3 carabinieri assediati da Hamas

L'inseguimento e gli spari: asserragliati nella sede Onu dei territori

Fiamma Nirenstein

Gerusalemme Tre carabinieri italiani si sono rifugiati a Gaza nella sede dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, dopo un drammatico inseguimento da parte degli uomini armati di Hamas che ancora ieri sera, da lunedì, li tenevano sotto assedio. Sembra che la pattuglia italiana fosse entrata a Gaza per una missione Onu, che la loro auto in movimento abbia suscitato i sospetti delle forze di Hamas, e che esse abbiano intimato l'alt. Da questo rifiuto è nato un inseguimento accompagnato da uno scontro a fuoco, e fra gli spari i nostri connazionali sono riusciti a trovare rifugio nell' edificio dell'Onu.

Hamas non si è tirato indietro di fronte alle mura della istituzione internazionale e ha chiesto la consegna dei tre militari, riuscendo nel corso della trattativa a verificarne l'identità coi documenti, a interrogarli, a esaminarne le armi. I tre ora sono nella pericolosa condizione di assediati e di sospettati: perché la polizia di Hamas, secondo Arab21, nonostante l'Onu abbia ripetuto che «si tratta di tre cittadini con passaporto italiano in missione autorizzata a Gaza» sospetta un'operazione coperta di forze israeliane, e dice che «i tre potrebbero essere membri delle forze speciali israeliane».

Hamas ha circondato la sede delle Nazioni Unite. Da Gaza si riferisce che droni dell'esercito israeliano volano sulla città e che anche che jet militari sorvolano la zona, esplodendo dei colpi a salve di avvertimento.

L'atteggiamento sospettoso di Hamas nei confronti di eventuali operazioni coperte all'interno della Striscia perdura da quando nel novembre scontro l'avvistamento di un'auto suscitò sospetti e una reazione molto aggressiva da parte delle forze di Hamas, fino allo scontro armato con l'uccisione, molto sofferta da Israele, del capo di una importante operazione israeliana sotto copertura, la fuga avventurosa del resto del gruppo di infiltrati e l'uccisione, nello scontro, di sette uomini di Hamas. Da allora l'allerta e la ricerca sulla base dell'operazione compiuta prosegue, mentre anche ieri a seguito di rinnovati bombardamenti da parte di Hamas sul territorio israeliano, la situazione resta molto tesa.

I metodi di Hamas non sono certo garantiti da uno sfondo giuridico condiviso e sicuro: si può solo sperare che Hamas si convinca rapidamente che l'inclusione nei suoi problemi interni di forze a carattere internazionale non gli giova.

Tuttavia allo spregiudicato atteggiamento che gioca sulla vita di donne e bambini può far gioco che la partita si allarghi cercando di impelagare Israele nelle difficoltà che possano nascere in questa situazione. La diplomazia italiana, che per quel che riguarda le questioni palestinesi fa capo al consolato di Gerusalemme, è al lavoro.

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