Gaza, oggi liberi altri tre ostaggi. Israele e Usa trattano per nuovi rilasci

Il Financial Times: "Paesi europei e arabi al lavoro per un'alternativa al piano Trump sulla Striscia"

Gaza, oggi liberi altri tre ostaggi. Israele e Usa trattano per nuovi rilasci
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Nonostante le minacce di Hamas, almeno tre ostaggi israeliani saranno liberi oggi, mentre Israele decide di non confermare se il cessate il fuoco proseguirà con il loro ritorno a casa o se servirà la liberazione di altri ostaggi a garanzia. Come previsto dall'intesa, gli islamisti hanno annunciato i nomi dei tre uomini che faranno ritorno in Israele. Si tratta di tre israeliani con doppia cittadinanza, tutti rapiti dal kibbutz di Nir Oz: l'israelo-americano Sagui Dekel-Chen, 36 anni, l'israelo-russo Alexander Sasha Trufanov, 30 anni, preso in ostaggio insieme a nonna, mamma e fidanzata (le ultime due liberate) mentre il padre è stato ucciso il 7 ottobre. Infine l'israelo-argentino Yair Horn, 46 anni, il cui fratello Eitan resta in mano ad Hamas. In cambio, dicono gli estremisti, Israele rilascerà 369 detenuti palestinesi, di cui 36 ergastolani.

L'intesa di tregua che Hamas aveva minacciato di non applicare è salva almeno fino a oggi, mentre si continua a trattare per la liberazione degli altri rapiti. L'ufficio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu afferma che il governo sta «lavorando in pieno coordinamento con gli Stati Uniti per garantire il rilascio del maggior numero possibile di ostaggi vivi, il più rapidamente possibile». Si starebbe trattando per altri sei in questa prima fase. La salute dei rapiti fa temere il peggio dopo che i medici hanno parlato di rischio di vita se il quinto gruppo di ostaggi liberati sabato scorso, visibilmente denutriti, fosse rimasto ancora in mano ai terroristi per qualche settimana. Nel frattempo sono emersi i racconti delle ultime donne liberate: costrette a cucinare e pulire, a vedere i filmati degli altri ostaggi torturati, affamate e minacciate.

Domani (domenica) il segretario di Stato americano Marco Rubio sarà a Gerusalemme dove incontrerà il premier Netanyahu. Il piano di Donald Trump per la Gaza post-guerra e lo sfollamento dei palestinesi continua a dividere e far discutere la comunità internazionale. Se il presidente turco Erdogan, difensore di Hamas, lo ha definito «inaccettabile», il Financial Times ha invece rivelato, citando un diplomatico europeo, che i Paesi europei stanno lavorando con gli alleati arabi per elaborare un piano per Gaza alternativo a quello presentato da Trump che punta a prendere il controllo della Striscia e sfollare forzatamente i palestinesi negli Stati vicini.

Nuove tensioni, intanto, anche in Libano. Le forze israeliane hanno effettuato una serie di raid aerei sul sud, sostenendo di aver colpito siti di Hezbollah «che rappresentavano una minaccia diretta in violazione degli accordi».

Ma il clima è teso con Beirut dopo che Israele ha chiesto di prolungare la propria permanenza nel sud fino al 28 febbraio, allungando i tempi del ritiro, previsto il 26 gennaio e già dilazionato fino al 18 febbraio. Beirut è contraria e ha chiesto agli Usa di convincere Israele.

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