Alla fame, disperati, a caccia di un pacco di farina e acqua potabile per i propri figli. Almeno 112 civili palestinesi sono morti a Gaza City e più di 760 sono rimasti feriti mentre tentavano di afferrare gli aiuti umanitari dei camion accorsi a dare un po' di sollievo alla città, diventata tragico simbolo e palcoscenico del disastro umanitario in scena nella Striscia di Gaza. Con loro le vittime nella Striscia sarebbero oltre 30mila, tra cui 25mila donne e bambini, precisa il Pentagono, salvo poi fare retromarcia, spiegando di non poter verificare in maniera indipendente i dati del ministero della Sanità palestinese, controllato da Hamas.
Le ricostruzioni e le testimonianze sulla strage confliggono, ma in poche ore la notizia sbriciola le speranze di una tregua imminente, «entro lunedì» si augurava la Casa Bianca, prima di essere costretta a smentirsi. La carneficina riaccende il conflitto fra Hamas e Israele, diventa emblema della tragedia palestinese e mette ancora più in pericolo la vita dei 134 ostaggi, vivi e morti, tuttora nella Striscia. Joe Biden avvisa che gli Stati Uniti stanno esaminando le versioni contraddittorie, chiede a Israele di dare risposte sulla strage; Giorgia Meloni ritiene «urgente» che lo Stato ebraico «accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità». Ma sugli eventi non ci sono ancora certezze e conclusioni indipendenti. Un video dell'esercito israeliano mostra i civili dall'alto mentre, come formiche, prendono d'assalto i mezzi, una trentina, in azione alle 4 del mattino nella città di Gaza, martoriata da distruzione e malnutrizione e dove, da oltre una settimana, l'Onu non riesce a recapitare gli aiuti. I soldati israeliani sparano. Credevano di essere «in pericolo», ammette l'esercito, secondo cui le vittime per il fuoco dei suoi militari sono però appena una decina, colpite dopo aver «circondato i camion e saccheggiato le forniture», mentre altre decine di civili - secondo una prima indagine dell'Idf - sono stati uccisi nella calca, calpestati o investiti dai camion. «Non abbiamo sparato sulla folla», insiste Israele. La ricostruzione è confermata alla Cnn da un testimone, il giornalista palestinese Kahdeer al Za'anoun. Ma non coincide con altri resoconti.
L'orrendo massacro - come lo chiamano Hamas e l'Autorità Palestinese - sarebbe responsabilità israeliana, con gli israeliani che hanno aperto il fuoco sui civili in coda per il cibo. «La maggior parte delle vittime ha subìto colpi di arma da fuoco e schegge alla testa e alla parte superiore del corpo», secondo l'ospedale al-Shifa, «inondato da decine di cadaveri» e centinaia di feriti. Mancano ambulanze, i medici operano nei bagni degli ospedali.
Hamas minaccia di interrompere i negoziati per la tregua e il rilascio degli ostaggi. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato ieri sera una riunione d'urgenza, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si dice «sconvolto» e il mondo arabo si indigna, con l'Egitto che definisce «disumano l'attacco sui civili». «La vita sta lasciando Gaza a un ritmo terrificante», commenta il capo dell'ufficio umanitario Onu, Martin Griffiths.
Eppure Joe Biden mostra di credere ancora in un'intesa per sospendere il conflitto, ora più che mai, anche se è costretto ad ammettere che non ci sarà nessuna tregua entro lunedì. «Quello che è successo a Gaza complicherà i negoziati, ma ho speranza», spiega, mentre la delegazione israeliana rientra dai negoziati in Qatar. Biden chiama sia il presidente egiziano Al Sisi che l'emiro del Qatar, Al Thani, mediatori fra Hamas e Israele, e preme per un cessate il fuoco «immediato e prolungato» di almeno sei settimane in cambio degli ostaggi. «È urgente arrivare a una conclusione dei negoziati il più presto possibile e ampliare l'assistenza umanitaria a Gaza», concordano Biden e Al Thani. Ma Netanyahu frena: «È troppo presto» per sapere se l'accordo andrà a buon fine.
«Non capitoleremo di fronte alle richieste deliranti di Hamas - spiega il primo ministro israeliano - Siamo determinati a liberare tutti gli ostaggi. Con o senza accordo». E ripete il suo mantra: «Avanti fino alla vittoria».
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