Gentiloni: "Non aspiro a ruoli, darò una mano al centrosinistra"

Ma pure l'ex commissario Ue è in pole per la guida del campo largo: "Rafforzare l'anima riformista"

Gentiloni: "Non aspiro a ruoli, darò una mano al centrosinistra"
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Nella città di Orvieto, a 500 chilometri di distanza da Milano, c'è la seconda riunione dei cattolici di sinistra, organizzata dall'associazione Libertà Eguale, costola dem guidata da Enrico Morando. Dalle 10 fino al tardo pomeriggio sfilano tutte le voci cattoliche di sinistra. Da De Luca jr al leader di Azione Carlo Calenda. La scena è però per l'ex premier Paolo Gentiloni, considerato l'indiziato numero uno a federare il centro e guidare il campo largo alle prossime elezioni politiche. Ma lui frena: «Non aspiro a ruoli, darò una mano a rafforzare anima riformista del Pd». Quella di Orvieto non è un'iniziativa che si pone in conflitto con quella di Milano. Anzi, i due eventi vogliono centrare lo stesso obiettivo: unificare l'area catto-comunista. E senza dimenticare che Gentiloni è uno degli ispiratori della discesa in campo di Ruffini.

Gentiloni non si nasconde: «È buona cosa il fatto che ci siano questi incontri sia qui a Orvieto che a Milano, penso che faccia ben sperare. Idee, contributi, persone che si mettono in gioco e tutto questo fa parte di un lavoro necessario per dare credibilità a un'alternativa di governo, un'alternativa di centrosinistra. Penso che sia una coincidenza che fa ben sperare. L'ex commissario ha poi salutato con un grazie e un sorriso alla domanda sul ruolo di federatore del centrosinistra che da più parti gli attribuiscono. Ma soprattutto per l'ex premier, dopo Orvieto e Milano, si apre una fase nuova per i cattolici: «È una bellissima giornata, è bene che ci siano state queste iniziative» a Milano e Orvieto di culture cattoliche che si riconoscono nel nostro mondo ed è bene che ci sia stata questa risonanza. Tutto questo fa ben sperare per il centrosinistra. Come ha detto Prodi: ce n'era bisogno. Forse abbiamo avuto periodi di mancanza di discussione, dibattito, interlocuzione. Queste dinamiche e discussioni sono avvenute con un tasso di polemica interna molto basso. Quella di oggi è simbolicamente, e del tutto casualmente, l'apertura di una fase di grande discussione, di questo dobbiamo essere contenti». Gentiloni non si tira indietro quando deve lanciare un messaggio a Schlein: «Io non penso alla fronda nel Pd, né lo dico in polemica con Elly Schlein, cui va riconosciuto di aver attivato il Pd, ma il lavoro dei prossimi mesi deve avere come compito fondamentale avere un Pd in cui l'anima, le idee e i progetti riformisti siano fondamentali. Senza questo, la credibilità come forza di governo non sarà mai completa».

Anche da Orvieto i messaggi indirizzati a Schlein non mancano. «Il Pd deve ripartire da due principi cardine: il rifiuto dell'inconcludente estremismo parolaio e il rifiuto delle scorciatoie leaderistiche» - avverte Pina Picierno.

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