Le relazioni pericolose con la Russia continuano a infiammare la Georgia, dalla capitale allo Stato separatista dell'Abkhazia, occupato da Mosca dal 2008. Centinaia, forse migliaia di manifestanti, hanno fatto irruzione nel palazzo del Parlamento dell'Abkhazia e nell'ufficio presidenziale nel capoluogo regionale Sukhumi, sul Mar Nero. Almeno 14 persone sono rimaste ferite quando i manifestanti dell'opposizione si sono scontrati con la polizia dopo che i deputati si erano riuniti per discutere la ratifica delle misure che consentono ai cittadini russi di acquistare proprietà nello Stato separatista.
L'Abkhazia ha dichiarato la sua indipendenza nel 1999 e Mosca ha riconosciuto la regione come stato indipendente dopo la guerra georgiano-russa del 2008. La Georgia ha dichiarato l'Abkhazia «occupata» dalla Russia e la maggior parte dei Paesi considera l'area come parte della Georgia. Il presidente dell'Abkhazia, Aslan Bzhania, aveva annunciato che si sarebbe dimesso e avrebbe indetto elezioni anticipate se i manifestanti avessero lasciato il palazzo del Parlamento della regione. Ma a nulla è valsa la sua garanzia. I manifestanti dell'opposizione si sono rifiutati di cedere il controllo degli edifici governativi presi d'assalto per protestare contro i nuovi provvedimenti che consentono ai russi di acquistare proprietà nell'area. La folla ha rifiutato l'accordo e i leader dell'opposizione hanno detto che avrebbero accettato solo le dimissioni incondizionate di Bzhania. La sessione è stata rinviata perché i manifestanti hanno sfondato il cancello dell'edificio con un camion e si sono riversati all'interno. Alcuni hanno lanciato pietre contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni. Il disegno di legge alla fine è stato abbandonato. Sia il presidente che il primo ministro sono fuggiti dal complesso.
Mentre il clima si surriscalda in Abkhazia, le proteste per l'esito elettorale favorevole al partito pro-Mosca sono ancora vive in Georgia. Nuovi arresti sono avvenuti intanto nella capitale Tblisi, dove della vernice nera è stata lanciata sul presidente della Commissione elettorale centrale della Georgia, Giorgi Kalandarishvili, costretto a una benda su un occhio. È stata la protesta di alcuni manifestanti georgiani, tra cui David Kirtadze, un membro dell'organismo che appartiene al partito di opposizione Movimento Nazionale Unito, dopo la conferma della vittoria del partito filorusso Sogno Georgiano. La notizia è stata annunciata ieri proprio dalla Commissione, nonostante le accuse di brogli mosse dall'opposizione e le richieste di indagini da parte dell'Unione Europea.
Il bollo di legittimità sulle parlamentari del 26 ottobre continua a muovere la rabbia dei manifestanti d'opposizione, che si sono radunati davanti all'edificio della Commissione a Tbilisi, dove i funzionari hanno confermato che il partito al governo ha ottenuto il 53,93% dei voti.
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