BerlinoIl numero tredici non porta fortuna a Pegida. «Cari amici, per ragioni di sicurezza dobbiamo cancellare il nostro tredicesimo incontro». Con questo messaggio pubblicato su Facebook il movimento tedesco dei «Patrioti contro l'islamizzazione dell'Occidente» ha reso noto di aver annullato la marcia prevista per lunedì sera a Dresda. Il no alla manifestazione è stato decretato dalla polizia, secondo cui le intimidazioni ricevute dal leader di Pegida, il 42enne Lutz Bachmann, non vanno più considerate «astratte» ma sono diventate «concrete minacce di morte».
Dopo la strage jihadista lo scorso 7 gennaio nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, seguita dall'attacco contro un supermercato kasher, i media tedeschi hanno moltiplicato interviste a esponenti delle forze di sicurezza e dei servizi di intelligence . Comune il denominatore: anche in Germania il rischio di attentati jihadisti è concreto e Pegida, con le sue campagne anti-islamiche, è in cima alla lista dei terroristi. Il governo è intervenuto a protezione dei militanti di un movimento che peraltro vede come il fumo negli occhi. Dopo essersi recata alla manifestazione per la libertà di espressione a Parigi, la cancelliera Angela Merkel ha partecipato a una veglia davanti all'ambasciata francese a Berlino nel corso della quale ha dichiarato che «l'Islam è parte della Germania». Impegnata in un difficile equilibrio fra il mantenimento della coesione sociale e la repressione del jihadismo nel suo Paese, la leader cristiano-democratica ha espressamente invitato i propri concittadini a non seguire i «patrioti». Dopo aver annunciato nuove fattispecie di reato contro il sostegno finanziario alle organizzazioni del terrore, il ministro della Giustizia Heiko Maas ha fatto sapere alla Bild am Sonntag che le procure tedesche indagano su circa 350 simpatizzanti dello Stato islamico. E venerdì scorso 250 poliziotti hanno compiuto decine di perquisizioni a Berlino, arrestando due uomini sospettati di preparare attacchi jihadisti.
Quanto a Pegida, la condanna dell'islamofobia è corale, a esclusione degli euroscettici di Alternative für Deutschland che hanno partecipato ad alcune delle manifestazioni di Dresda. Sola voce fuori dal coro quella della deputata della Cdu (il partito della Merkel), Erika Steinbach, che ha detto di «capire» le ragioni di chi manifesta con Pegida visto che in alcune regioni della Repubblica federale i bambini tedeschi «sono l'assoluta minoranza» e rischiano di assumere «l'accento turco» dei compagni di scuola.
Isolata dai politici ma confortata dal suo successo a Dresda (25mila manifestanti all'ultima marcia) Pegida non molla la presa. «Stiamo lavorando alla sicurezza per la marcia del 26 gennaio. Intanto invitiamo i nostri simpatizzanti in Europa a esporre la bandiera nazionale alla finestra e ad accendere una candela contro il fanatismo religioso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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