La gestione Landini: ogni giorno la Cgil perde 121 tesserati

Cresce la fronda dei critici verso il segretario Cofferati infuriato per il licenziamento di Gibelli

La gestione Landini: ogni giorno la Cgil perde 121 tesserati
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La Cgil perde 121 iscritti al giorno. Una media da brividi. Per rendere bene l'idea: 121 lavoratori ogni mattina si alzano e «strappano» la tessera di iscrizione al sindacato rosso, decidendo di non seguire più i propositi battaglieri del leader arrivato dalla Fiom con il maglioncino. Dal 2019, anno dell'elezione alla segreteria generale di Maurizio Landini(nel tondo) il sindacato ha perso 177 mila tesserati in 4 anni. Nelle chat dei dissidenti è stato ribattezzato «Effetto Landini». Una fuga inesorabile, iniziata quattro anni fa e proseguita fino all'ultimo congresso di Bari quando Landini è stato rieletto per un secondo mandato.

Nel 2019 la Cgil aveva 5 milioni e 346.71 iscritti. Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine dicembre 2022 ne ha 5milioni e 168.924. Un saldo negativo di 177mila iscritti persi in 4 anni. L'anno nero è stato il 2021 quando in dodici mesi la Cgil ha perso per strada 91.367mila lavoratori. Nel 2020 il meno segnava 60mila, mentre nel 2022 c'è un leggero recupero ma comunque le iscrizioni sono in rosso con un calo di 26mila tesserati. Restringendo il campo di analisi, l'emorragia più vistosa nel 2022 si è avuta nell'Emilia Romagna, un tempo roccaforte del sindacato e della sinistra. Nel 2020 invece la fuga di operai e lavoratori si registra in tre regioni: Lombardia, Toscana ed Emilia. Mentre il popolo di lavoratori abbandona la Confederazione, Landini si concede il «lusso» di licenziare il suo storico portavoce, Massimo Gibelli, con il jobs act, si sposta in Audi, e spende come raccontato dal Giornale - 2,7 milioni di euro per la comunicazione. Laura Cesaretti sul Giornale spiega come i costi della comunicazione del sindacato rosso abbiano raggiunto cifre mostruose, nulla rispetto ai 55mila euro risparmiati per licenziare il portavoce. Solo nell'anno 2022, la Cgil di Landini ha messo a bilancio 2,7 milioni di euro di spese per la comunicazione. E sulla comunicazione spunta un altro intreccio che porta al nome di Gianni Prandi, amico d'infanzia di Landini, che con la sua società l'Assist group ha curato anche la comunicazione Cgil per alcuni eventi nazionali. L'azienda di Prandi è anche proprietaria di Tie-True Italian Experience, una società che - secondo quanto ricostruito nel mese di maggio scorso da L'Espresso - ha incassato 4,2 milioni di euro da Ita Airways-Italia Trasporto Aereo, la compagnia aerea pubblica che ha preso il posto di Alitalia il 15 ottobre scorso. Per fare cosa? Non si capisce. Tant'è che l'intreccio è stato oggetto di un'indagine interna da parte di Ita. La gestione di Landini inizia a creare forti malumori tra i dirigenti storici del sindacato. Per fare un esempio: l'ex segretario generale Sergio Cofferati pare sia andato su tutte le furie dopo il licenziamento di Gibelli. E sembra non abbia fatto mancare personalmente la solidarietà al licenziato, prendendo le distanze dalla decisione di Landini. Susanna Camusso, altra ex segretaria e oggi senatrice del Pd, non ha voluto (nonostante le richieste giunte dal vertice Cgil), metterci la faccia in difesa di Landini. Al Giornale Gibelli conferma: «Sto ricevendo decine di telefonate di dirigenti Cgil che criticano la decisione di Landini». La rabbia monta anche sui social.

Chi affila le armi è Eliana Como, capo della fronda anti-Landini nella Cgil. É stata lei la prima a sollevare la gestione molto discutibile dell'ex capo Fiom. Il segretario si chiude nel suo fortino e prepara la piazza contro il governo Meloni mentre il suo appeal sembra al capolinea.

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