Nel corso delle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in Senato - quelle previste in prossimità del Consiglio europeo -, ha preso la parola anche la senatrice Gabriella Giammanco, che ha voluto dire la sua in merito alla gestione comunitaria dei fenomeni migratori.
Del resto la fase è calda: il prossimo fine settimana è previsto un summit decisivo per l'immigrazione. Un argomento su cui Draghi ha già chiarito il suo pensiero: "L'Italia pone di nuovo il tema immigrazione con assoluta determinazione anche a seguito del numero elevato di arrivi che ci sono stati in questi mesi". L'Italia potrebbe domandare riforme strutturali o comunque interventi tesi a modificare lo status quo. Quello che ci vede sfavoriti per una lunga serie di motivi.
Bisogna tuttavia evitare - ha aggiunto il premier - che la questione diventi ideologica. Draghi, in Senato, ha parlato di una de-ideologizzazione: "...certi numeri non sono sostenibili, certi altri si. Abbiamo moltissimo da fare per costruire un sistema di accoglienza, per fare in modo che queste persone diventino amici degli italiani e non dei nemici, e delle risorse sul mercato del lavoro. Con questo sistema di accoglienza le capacità di assorbire legalmente le persone sono poche", così come ripercorso dall'Agi.
L'esponente di Forza Italia ha esordito, dopo essersi soffermata su altri temi riguardanti le misure al contrasto pandemico e lo stato attuale della circolazione del Covid19, ponendo più di qualche accento sull'immigrazione e sui limiti naturali che interessano il contesto dell'Unione europea: "Per quanto riguarda i fenomeni migratori, molti dubbi pone la riforma di Schengen, che sembrerebbe penalizzare l’Italia, rendendo ancora più facili i respingimenti verso i Paesi di primo approdo compreso il nostro". L'Europa, insomma, dovrebbe porsi il problema di un eventuale discrimine ai danni del nostro Paese.
Poi la sferzata sulla necessità di una rivisitazione complessiva del testo giuridico centrale in materia di regolazione dei fenomeni migratori: "Come ho più volte ho ricordato in quest’Aula - ha continuato la Giammancor - , il nostro Paese deve impegnarsi con maggior vigore a riformare il trattato di Dublino, superando il principio del primo approdo per affermare quello per cui i confini Sud dell’Unione non sono italiani...". I confini, in buona sostanza, vanno considerati comunitari. E l'approccio di base dovrebbe cambiare.
La parte più culturale del discorso della Giammanco arriva ad interessare il pensiero in materia d'immigrazione di Benedetto XVI, che la senatrice di Forza Italia ha voluto citare: "La strada maestra per gestire i flussi - ha proseguito la forzista - deve restare quella di una redistribuzione equilibrata. Ciò, fermo restando che va rafforzato il cammino di cooperazione con l’Africa, per sostenerne concretamente lo sviluppo economico", ha fatto presente.
Poi lo spazio riservato alla dottrina del papa emerito Joseph Ratzinger: "Lavoriamo affinché sia affermato, come lo ha brillantemente definito Papa
Benedetto XVI, "il diritto a non emigrare". Per garantire questo diritto, presidente Draghi, dobbiamo utilizzare maggiormente i fondi europei come l’NDICI. destinandoli a rimuovere le cause profonde dei flussi migratori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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