Giarrusso (M5S): "Non rimborso da un anno per pagarmi le spese legali. Di Maio? Deve lasciare"

Il senatore Giarrusso, che risulta moroso da inizio anno, si è giustificato dicendo di dover sostenere ingenti spese legali per il partito (che non aiuta i suoi esponenti). E su Di Maio attacca: "La nostra leadership nel governo è sempre più debole"

Giarrusso (M5S): "Non rimborso da un anno per pagarmi le spese legali. Di Maio? Deve lasciare"

Quello attuale è il suo secondo mandato da senatore. Esponente della prima ora, dalla condotta inappuntabile, Mario Michele Giarrusso, avvocato eletto in Sicilia con il Movimento 5 Stelle, ha da sempre rispettato tutte le regole interne al partito, soprattutto quelle legate alla restituzione di parte della sua indennità come previsto dal regolamento. Ma, come riportato dal Corriere della sera, dall'inizio del 2019, il pentastellato avrebbe iniziato a non ridare più il denaro destinato al fondo gestito dal suo partito, che corrisponde a circa 2.300 euro al mese. E, per questo motivo, il conto che adesso gli verrebbe contestato è di oltre 25mila euro.

Le spese legali

Intervistato dal quotidiano, l'esponente del M5S ha chiarito le motivazioni dei suoi mancati rimborsi: "Quei soldi li ho dovuti accantonare per affrontare cause civili e penali che sono state intentate contro di me per quanto ho fatto nell'ambito della mia attività politica". Il motivo, quindi, per Giarrusso sarebbe comunque il partito. In base a quanto riferito dal senatore pentastellato, la causa penale più rilevante, per cui è stato rinviato a giudizio, riguarda una querela sporta dall'allora candidata sindaco di Agira, in provincia di Enna, per un post sul blog di Beppe Grillo, in cui Giarrusso avrebbe denunciato "le ombre mafiose nella campagna elettorale del Partito democratico di Enna". Inoltre, il senatore 5S avrebbe ricordato che, in un'altra causa civile a Porto Empedocle, gli sarebero stati chiesti 50mila euro.

Nessuna copertura da parte del M5S

E alla domanda se il partito fondato da Grillo e Casaleggio aiuti i suoi esponenti in casi come questo, Giarrusso è stato chiaro: "Assolutamente no. Io sono ottimista sull'esito di tutte le cause, perché sono dalla parte della ragione. Però l'esito resta imprevedibile". Da lì la decisione di Giarrusso, comunicata al suo capogruppo, di "accantonare i soldi", proprio per l'arrivo imminente del saldo delle spese legali dei suoi avvocati. Il senatore pentastellato ha poi detto di non essere a consocenza del motivo per cui soltanto il 12% dei parlamentari del M5S sia in regola con i rimborsi, né ha saputo dare una ragione a un fenomeno che si sarebbe acuito dopo il crollo dal 34% al 17%.

"Non vado via dal M5S"

Dopo le dimissioni del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, in molti hanno parlato di un possibile gruppo autonomo. E alla domanda se anche Giarrusso vorrebbe farne parte, il senatore ha dichiarato di non aver mai sentito l'ex capo del dicastero e ha aggiunto: "Non ho alcuna intenzione di lasciare il Movimento 5 Stelle. Sono uno vecchio stile. Semmai mi piacerebbe mandare via qualcuno, altroché".

L'attacco a Di Maio

Il riferimento (anche se non detto) sembrerebbe rivolto al capo politico del movimento, Luigi Di Maio. Giarrusso, infatti, si sarebbe lamentato dell'errore di regalare un altro ministero a un altro esponente di area dem come Gaetano Manfredi e ha dichiarato: "Un dicastero importante come l'Università lo abbiamo regalato a un barone. La nostra leadership nel governo è sempre più debole, praticamente siamo in minoranza pur avendo il 37% dei parlamentari. Di Maio deve lasciare: è lui il responsabile di tutto".

Il caso della deputata alle Maldive

Giarrusso è intervenuto anche sul caso della deputata Yana Ehm, morosa nei rimborsi dallo scorso febbraio, attaccata sui social dagli attivisti pentastellati per aver postato sui social network una foto della sua vacanza alle Maldive. Il senatore ha concluso: "I parlamentari sui social non devono comunicare la loro vita privata. Ma devono comunicare la loro attività.

E quando anche Matteo Salvini comunica la sua attività privata, lo fa sempre associando un messaggio politico. Ovviamente mettere uan foto delle Maldive mentre stiamo cercando di aiutare milioni di italiani con il reddito di cittadinanza è un pugno nello stomaco".

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