La proposta della Commissione Ue sulla riforma del Patto di Stabilità «sembrerebbe più favorevole rispetto al sentiero di aggiustamento che sarebbe necessario seguire se fossero riattivate le vecchie regole, in particolare quella sul debito». Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ieri in audizione alla Camera ha cercato di tranquillizzare il Parlamento sul dibattito che a breve entrerà nel vivo a Bruxelles. C'è un lato positivo (la clausola di salvaguardia country-specific che tiene conto della situazione pregressa di un Paese soprattutto a livello di debito) anche se il ministro ha evidenziato «la necessità di prevedere per tutti i Paesi una flessibilità per fattori rilevanti». Il lato negativo, tuttavia, pare predominante. Si tratta dell'analisi di sostenibilità del debito in base alla quale i singoli Paesi saranno classificati. «Renderla pubblica rischia di fornire segnali controproducenti ai mercati finanziari», ha evidenziato Giorgetto sottolineando che un tale metodo può diventare una sorta di profezia auto-avverante esponendo i titoli sovrani a notevole volatilità, trascinando con sé in un eventuale crollo anche il sistema bancario. L'Italia, però, non intende farsi penalizzare promettendo, a sua volta, rigore nella gestione dei conti pubblici.
Giorgetti è tornato anche sulla questione Superbonus. Il deficit/Pil 2022 rivisto al rialzo all'8% «testimonia come sono andate le cose», ha rimarcato rinviando nuovi interventi alla prossima direttiva europea «per cercare in qualche modo di andare a incentivare un patrimonio abitativo più compatibile, prendendo spunto anche dagli errori commessi». Sul tema dello sblocco crediti il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha rivelato che il sistema bancario potrebbe acquistare e assorbire ulteriori bonus edilizi per 7,2 miliardi nel 2023 e ancora maggiore spazio di manovra avrebbero le assicurazioni (10,2 miliardi di euro). Per i crediti dei bonus del 2022 la scadenza ultima per registrare la cessione sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate è il 31 marzo e una proroga sarebbe impossibile per motivi tecnici di contabilità nazionale. Secondo fonti parlamentari, si potrebbe modificare la piattaforma per inserire l'operazione anche prima della conclusione dell'iter.
In questo modo si salverebbe il credito.Intanto, l'Istat ha comunicato che a gennaio gli occupati hanno segnato un nuovo record a quota 23,3 milioni con tasso di occupazione al top (60,8%). Sale lievemente anche la disoccupazione al 7,9 per cento.
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