"Giorgia ha ragione: quello scritto sognava come superstato una dittatura illiberale"

Lo storico Pierluigi Battista: "L'oligarchia rivoluzionaria doveva educare il popolo: idea molto antidemocratica"

"Giorgia ha ragione: quello scritto sognava come superstato una dittatura illiberale"
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Pierluigi Battista, giornalista, ex vicedirettore del Corriere della Sera, studioso di storia, sicuramente liberale.

Giorgia Meloni ha detto che l'Europa immaginata da Altiero Spinelli non è la sua Europa. Sacrilegio?

«No. Da sincero liberale e da persona che ha un grande rispetto per Spinelli e Rossi, che stavano a Ventotene al confino e non in vacanza, credo che Giorgia Meloni abbia ragione».

Perché?

«Perché quel manifesto va letto. E se lo leggi ti accorgi che non c'è scritto viva l'Europa. C'è scritto cosa loro volevano che diventasse l'Europa».

Cosa volevano?

«Un superstato che abolisse per decreto gli stati nazionali, diretto da una dittatura rivoluzionaria, c'è scritto proprio così. Cioè da una oligarchia che si autonominava depositaria dei valori da incarnare a prescindere da qualsiasi forma di consultazione popolare».

Escludendo il voto?

«Sì, perché si dice nel manifesto che il popolo è immaturo (testuale) e che la normale metodologia democratica non può funzionare finché il popolo non diventa maturo. Il compito della oligarchia rivoluzionaria è di educare il popolo alla Ragione. È il vecchio mito di Platone, del re filosofo. È la cosa più antidemocratica che esista al mondo».

Il governo dei migliori?

«Sì, l'idea che esista una categoria di ottimati, di filosofi, che sanno qual è il bene del mondo e lo impongono».

Lei dice che questo manifesto non è molto liberale

«L'idea del liberalismo democratico è il pluralismo, il conflitto di opinioni. E questa idea è costituiva dell'Europa. Non Ventotene».

Poi c'è la questione della proprietà privata

«Già. Il manifesto dice: no alla statalizzazione comunista. Però saranno gli ottimati a dire dove deve stare e come debba funzionare la proprietà privata. Saranno gli ottimati a dire ai capitalisti: devi fare così, devi fare così».

Gli autori del manifesto sono antifascisti?

«Sì, ma c'è l'antifascismo liberale e c'è un antifascismo illiberale. Il loro è illiberale. C'è una parte della Resistenza che era convinta che la guerra partigiana avesse due tappe. La prima per liberarsi del fascismo, la seconda per liberarsi del capitalismo. Il comunismo è antifascismo ma non è democratico. Ci sono comunisti ammirevoli che erano contro la dittatura fascista ma non per un modello antagonista a ogni dittatura».

Spinelli era comunista?

«No, era un giacobino azionista».

L'azionismo che ruolo ha avuto nella costruzione della democrazia italiana?

«Molto minoritario. Gli azionisti fiancheggiavano il Pci. Lei forse conosce questa battuta di Cossiga: peggio dei comunisti ci sono solo i filocomunisti.... Il partito d'Azione ebbe un ruolo molto minoritario. Alla fine la lotta politica è stata tra i due partiti popolari: Dc e Pci. Nel 1948 l'Italia sancì il suo ingresso nelle democrazia occidentali con la vittoria della Dc».

Una data da ricordare?

«Sì. Il 18 aprile 1948. La democrazia italiana ha due date di nascita: il 25 aprile 1945 e il 18 aprile 1948».

Questo discorso di Giorgia Meloni significa che il governo rompe con l'obbligo dell'europeismo?

«No. Perché nessuno in Europa vuole Ventotene. Merz, che ha appena vinto in Germania, non è un giacobino. I socialisti europei non vogliono Spinelli e Rossi, vogliono solo un'Europa spostata a sinistra. Si può essere europeisti senza Spinelli».

Meloni ha riunificato la sinistra?

«No. I Cinque stelle pensano che... Beh, dai diciamo la verità; i cinque stelle stanno con Putin. E il problema nel Pd resta. Il Pd non ha più una bandiera sua. Cerca di sventolare Ventotene. Però prima di sventolare devi arrotolarla e leggerla la bandiera. Io non credo che Paolo Gentiloni e neanche la vecchia guardia dell'ex Pci voglia la dittatura rivoluzionaria».

E allora perché questa

rivolta?

«Ma perché i giovani politici non sanno. Non conoscono la storia, non sanno cosa succedeva nel '41. Non sanno neppure che nel '41 l'Urss era ancora alleata di Hitler e l'unico che si opponeva al nazismo era Churchill».

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