Il giornalista e il militare: Israele e la strana coppia che spaventa Netanyahu

Hanno creato la nuova lista «Cahol lavan» La promessa: rotazione nel ruolo di premier

Fiamma Nirenstein

Gerusalemme Qualcuno dice che la campagna elettorale è cominciata solo ieri sera, anche se il voto è vicino, il 6 di aprile. Infatti davanti a un profluvio di blu e bianco «Cahol lavan» come si chiama dai colori della bandiera israeliana la nuova formazione politica, i due protagonisti della guerra senza quartiere a Benjamin Netanyahu e al Likud hanno presentato il loro nuovo partito unitario. Ed ecco, davanti al pubblico israeliano, fieri e diritti, di bell'aspetto, colti e sicuri, Benny Gantz, 59 anni, ex capo di stato maggiore, e Yair Lapid, 55 anni, ex ministro e giornalista tv di successo.

Due personalità molto diverse, costruite in mezzo ai soldati da una parte, e dall'altra fra gli intellettuali laici guidati dal padre, Tommy Lapid. La trattativa che li ha condotti a promettere l'uno all'altro la rotazione del ruolo di primo ministro è stata un corpo a corpo durato tutta la notte fra mercoledì e giovedì. La nuova lista, oltre a mettere insieme il generale che suona il piano e l'ex star tv scrittore di romanzi gialli e di libri per bambini, ha un'altra caratteristica: oltre a Gantz, ne fanno parte altri tre Capi di Stato Maggiore, tutti fra i primi della lista scritta al maschile: sono Moshe «Bogie Ya'alon (Capo di Stato maggiore dal 2002 al 2005, gli anni terribili della seconda Intifada), anche ex ministro della difesa di Bibi, e Gabi Ashkenazi, nel ruolo di capo dell'esercito dal 2007 al 2011. Essere stato il capo dell'esercito in un Paese perennemente in stato di allarme, di pericolo, di guerra, è certamente una grande carta da giocare per la lista «Blu e bianco»: il «Ramatcal» ha nelle mani la vita dei ragazzi israeliani, uno a uno, e se ognuno ha le sue zone grige per cui certo sarà criticato in campagna elettorale, pure può avvantaggiare la lista dei successi scritti nella storia di sopravvivenza e progresso di Israele. La nuova forza vuole presentarsi come centrista ma di fatto tende a raccogliere chi, per qualsiasi motivo, abbia voglia di vedere il primo ministro a casa: una forza che può raggiungere 35-36 seggi , entrando in diretta competizione con i circa 30-32 del Likud.

Gli altri partitini, in un parlamento di 120 posti, giocheranno ciascuno la sua partita nel nuovo governo. Il partito laburista rifiuta l'unità con il Meretz, il partito di estrema sinistra, evidentemente teme che gli venga bloccato l'ingresso eventuale nelle stanze del potere; intanto Netanyahu, che appare preoccupato, ha aperto a una destra estrema che sicuramente non avrebbe accettato in circostanze diverse. Certo il nuovo partito ha dovuto discutere per trovare un accordo sulla linea da presentare, ma di certo vuole i voti di sinistra, quindi ambedue i leader attaccano Bibi pur presentando soluzioni in gran parte possibili anche per Netanyahu, come riprendere la trattativa con i palestinesi, coltivare l'appoggio arabo per raggiungere un assetto stabile anche se non definitivo, fermare l'Iran. Il rischio è che la sindrome «battere Netanyahu» porti Gantz e i suoi su strade molto estreme: due giorni or sono infatti l'ex Capo di Stato maggiore ha fatto un discorso pieno di insulti alla vita militare sostenendo che mentre lui (Gantz) soffriva coi soldati nelle trincee piene di fango e ghiaccio, Bibi frequentava i cocktail dei suoi amici americani e imparava il suo inglese perfetto.

Una scelta che cozza con la realtà: Bibi è stato nell'unità più eroica e pericolosa dell'esercito, la Sayeret Matkal, ha messo a rischio la sua vita in azioni estreme oltre confine, ha salvato con Ehud Barak l'aereo della Sabena sequestrato, è stato ferito due volte e ha quasi perso la vita. Un passo falso raccontare tante balle, cui Bibi ha risposto: «Vergognati». Poi ha cancellato l' incontro di ieri con Putin: non un piccolo passo. Si vede che ritiene meglio sorvegliare il bidone.

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