Competenti, edonisti, avventurosi (ma fino a un certo punto) e soprattutto amanti del rosso. Sono alcuni dei dati salienti della ricerca commissionata dall'azienda veneta Pasqua Vini alla società di ricerca Toluna, che indaga gli stili di consumo e le attitudini dei Millennials (ovvero le persone nate tra il 1980 e il 1995) e della Generazione Z (i nati dal 1996 al 2005). Il campione è composto da 2.400 giovani (e quasi giovani) divisi equamente tra tre Paese i mercati importanti per il gruppo della Valpolicella: 800 in Italia, 800 nel Regno Unito e 800 negli Stati Uniti. «Osserviamo con attenzione i nuovi stili di consumo - spiega l'amministratore delegato Riccardo Pasqua - e costruiamo una conversazione attorno al vino che evolve per stile e forma, assieme alle nuove generazioni. Non ci limitiamo a registrare trend di mercato ma siamo interessati ad analizzarli e comprenderli per costruire un dialogo aperto e non intermediato con chi sceglie i nostri vini».
Partiamo dalle motivazioni per cui ci si reimpie (e si scola) un calice: in Italia si privilegia il gusto (41 per cento dei Millennials e 45 della Gen Z), mentre nel Regno Unito la prevalenza è la ricerca di relax (48 per cento dei Millennials e 34 dei più giovani) così come negli States (rispettivamente il 44 e il 36 per cento). Colpisce come la Gen Z in Italia viva il vino come un modo per celebrare occasioni speciali (40 per cento) mentre questo accade molto meno nel Regno Unito (24) e negli Usa (19). Interessante anche l'attitudine nei confronti del nettare di Bacco: gli italiani si mostrano assolutamente campanilisti, ritenendo nel 72 per cento i nostri vini superiori agli altri (sentiment condiviso solo dal 50 per cento dei Millennials britannici e dal 62 di quelli americani). I sudditi di Sua Maestà scelgono i vini preferendo quelli che già conoscono (67 i Millenniales e 59 la Gen Z) mentre contrariamente a noi i giovani americani amano conoscere vini che arrivano da patre parti del mondo (79 e 69 per cento). Buffo notare che sono proprio gli statunitensi a ritenersi più esperti di vino (il 49 e il 37 per cento delle due categorie di età) contro il 30 e il 31 dei britannici e il 34 e il 29 degli italiani. Malgrado questo siamo quelli che più vedono nell'acquisto di una buona bottiglia un modo per fare bella figura davanti ai propri ospiti durante una cena (74 per cento dei trenta-quarantenni e 72 dei ventenni).
Quanto ai gusti personali, sorprende che resti il vino rosso il più amato in tutti e tre i Paesi (in Italia 42 e 43 per cento, nel Regno Unito il 33 e il 39 e negli Usa il 42 e il 39), davanti ai bianchi e alle bollicine, mentre i vini rosati dividono: molto amati nei pPaesi anglosassoni (22 e 18
nel Regno Unito, 19 e 23 negli Usa) e trascurati da noi (10 e 8). Infine la Valpolicella è molto conosciuta in Italia (61 e 43 per cento), un po' meno ma comunque abbastanza negli Usa (46 e 41) e nel Regno Unito (26 e 32).
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