La gip lo ammette: "Doveva dimettersi". E l'ottantenne Spinelli resta ai domiciliari

L'imprenditore valuta di cedere le quote societarie al figlio

La gip lo ammette: "Doveva dimettersi". E l'ottantenne Spinelli resta ai domiciliari
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È tarda mattinata quando la Guardia di finanza citofona a Giovanni Toti per notificargli che dopo 86 giorni ai domiciliari è di nuovo un uomo libero. Affida subito a Facebook la prima riflessione maturata in tre mesi di reclusione, culminati con il passo indietro da governatore: «Quello che è accaduto è un processo alla politica: ai finanziamenti, trasparenti e legali, agli atti, anch'essi legali e legittimi, che abbiamo ritenuto necessari e utili a far crescere la nostra terra». Poco dopo varca il cancello della sua villa di Ameglia. Sorridente, ma determinato. Ai giornalisti che lo attendono dice poche parole, «siamo contenti della decisione di oggi che ne riequilibra alcune francamente poco comprensibili». Di fatto l'ex presidente si è dovuto dimettere per ottenere la libertà. Lo sottolinea la stessa gip Paola Faggioni nell'ordinanza con cui ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare. Ribadisce «l'estrema gravità delle condotte criminose» contestate a Toti - la corruzione e il finanziamento illecito ai partiti - e i «gravi indizi di colpevolezza». Ma ammette che con le dimissioni «possono considerarsi sensibilmente affievolite le esigenze cautelari». Del resto la scelta di Toti ha accelerato anche le mosse della Procura. Che all'indomani del passo indietro ha chiuso le indagini e depositato la richiesta di giudizio immediato, con un processo che potrebbe iniziare già in autunno. Altri due elementi che per la gip fanno venire meno l'esigenza di tenerlo agli arresti, «essendo ormai concluse le indagini» ed «esercitata l'azione penale». Insomma «possono considerarsi venute meno le esigenze cautelari connesse all'acquisizione e alla genuinità della prova», scrive, anche se era stato già lo stesso Tribunale del Riesame a dichiarare insussistente il rischio di inquinamento probatorio.

Quanto ad Aldo Spinelli (nella foto), il presunto corruttore, non è bastata la nomina di David Ermini, che ha mandato in crisi il Pd, a presidente della holding Spininvest. Per ora l'84enne resta ai domiciliari.

Dopo il parere contrario dei pm alla revoca degli arresti, i legali hanno rinunciato per evitare un altro rigetto sicuro del gip. Si ragiona a questo punto su una cessione di tutte le quote societarie al figlio Roberto. Questo perché secondo i magistrati, se Aldo restasse socio di maggioranza delle sue aziende, potrebbe reiterare il reato.

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