Nessuna relazione clandestina e neppure la promessa di un incarico di governo. Il voto di ieri di Renata Polverini, ex sindacalista ed ex governatrice di centrodestra della Regione Lazio, è stata quasi una folgorazione mistica. "Tra la prima e la seconda chiama mi sono detta: ‘Basta, non posso più stare qui’", ha confessato in un’intervista al Corriere della Sera in cui, oltre al discusso addio a Forza Italia, commenta anche l’insinuazione lanciata da Dagospia, secondo cui il sostegno a sorpresa al governo Conte sarebbe legato ad una love story con il Dem Luca Lotti.
Un gossip che è valso all’ex azzurra anche il sostegno di Laura Boldrini. "Renata Polverini compie una scelta politica e subito parte la macchina del fango sessista. Ma è così difficile accettare che una donna abbia delle convinzioni senza che ci sia un uomo a suggerire? Stereotipi che qualificano chi li usa: misogini irrisolti allergici alla parità", scrive su Twitter l’ex presidente della Camera. Come lei, decine di altri esponenti Dem ora fanno a gara ad esprimerle solidarietà.
Ma a chiarire il pettegolezzo ci pensa la stessa deputata fuoriuscita da Forza Italia. "Luca? È solo un amico", assicura la Polverini al Corriere. Poi inizia ad affrontare i fantasmi del passato e mette subito le mani avanti. "La destra che ho conosciuto è sempre stata impegnata sul lavoro e sull’impianto sociale e ispirata alla dottrina sociale della Chiesa – dice - oggi è un’altra cosa nella quale non mi riconosco".
Insomma, altro che "soccorso nero". Sulla foto con il saluto romano che circola sui social annuncia querele, mentre a Renzi replica: "È nervoso perché è andato troppo avanti". "È cosa risaputa – aggiunge - che ha provato qualche tempo fa a bussare alla porta di Forza Italia per cercare di reclutare i componenti più moderati del gruppo". Il suo ex partito, invece, lo definisce schiacciato su "posizione sovraniste, molto forti, che lo tengono distante dall’Europa”. "Ricordo – dice ancora al Corriere - che molti di noi avrebbero voluto votare la legge sull’omofobia. E lo stesso è accaduto con le unioni civili nella scorsa legislatura. E cosa dire dello ius culturae?".
Anche se quelli che elenca sono alcuni dei capisaldi del programma del Pd, per ora la deputata finita al centro delle polemiche per la giravolta di ieri alla Camera resterà nel gruppo misto. Ma il futuro lo vede in un "contenitore moderato" che potrebbe nascere proprio sotto l’egida dell’attuale premier. Con Conte, svela la Polverini, "ci siamo scambiati il numero di telefono" e "abbiamo cominciato a sentirci come si fa fra persone normali".
Il premier, prevede "sarà confermato e l’Italia andrà avanti nell’interesse dei cittadini nel solco dei riferimenti europei ed internazionali che abbiamo sempre avuto". E su altri possibili transfughi azzurri si limita a dire: "Da tempo c’è un disagio diffuso che tanti colleghi hanno manifestato pubblicamente, e poi anche nei colloqui personali".
Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, però assicura che la compagine fondata da Silvio Berlusoni "voterà compatta" e che "tutti i senatori sono sereni"."Chi cambia partito – avverte Tajani- è destinato a scomparire dalla politica, è sempre stato così".
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