Il giudice: "Rapporti falsi sui monitoraggi". Paura per due viadotti in Liguria e Puglia

La reazione di Aspi: su un ponte siamo intervenuti, l'altro è stato ristrutturato

Il giudice: "Rapporti falsi sui monitoraggi". Paura per due viadotti in Liguria e Puglia

Controlli addomesticati sui viadotti gestiti da Autostrade per l'Italia. Prima e dopo il crollo del Ponte Morandi. L'inchiesta bis sulla tragedia genovese scoperchia un mondo di monitoraggi così, tanto per dire. Rapporti ufficiali su intasatissimi cavalcavia che - secondo il Gip - avrebbero minato negli anni la sicurezza degli automobilisti in un Paese dove il trasporto su gomma la fa da padrone. E spuntano le intercettazioni.

In un passaggio chiave della telefonata tra Andrea Indovino, addetto all'ufficio Controlli strutturali di Spea engineering, e la responsabile della sorveglianza dell'Utsa di Genova, si parla di «tac mai eseguita in quel viadotto». Intercettazione riportata nell'ordinanza firmata dal gip Angela Maria Nutini che ha emesso 9 misure cautelari (3 arresti domiciliari e 6 misure interdittive).

L'inchiesta bis era partita dopo il crollo del Ponte Morandi il 15 agosto 2018 e aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 15 persone tra dirigenti, tecnici Aspi e di Spea, azienda specializzata nel settore delle infrastrutture. Le misure cautelari riguardano presunti falsi rapporti sui viadotti Pecetti sull'A26 in Liguria (132 metri per 3 campate a Mele) e il Paolillo, piccolo ponte che sovrasta l'omonimo torrente sull'A16 Napoli-Canosa a Canosa di Puglia. Secondo la Guardia di finanza il gruppo avrebbe «edulcorato le relazioni sullo stato dei controlli con rapporti spesso routinari non corrispondenti al vero stato dei viadotti». La circostanza era emersa nel corso degli interrogatori dei testimoni durante le indagini sul crollo del ponte Morandi. In ogni caso, l'ultimo monitoraggio di Spea nel dicembre 2018 aveva assegnato al viadotto Pecetti un punteggio di 60 punti, che consiglierebbe immediate limitazioni al traffico pesante. Tanto per capire a 70 c'è la chiusura. Quanto al viadotto Paolillo, risulta una richiesta di chiusura risalente al 29 novembre 2018 dopo il distaccamento di alcuni calcinacci e le ispezioni del Ministero. Poi più nulla.

Pronta la replica di Autostrade per l'Italia. «In merito alle notizie riguardanti i provvedimenti adottati dalla magistratura genovese con riferimento ai viadotti Pecetti e Paolillo - si legge nella nota della società - Autostrade per l'Italia conferma la sicurezza di tali opere, dove gli interventi di manutenzione sono stati conclusi diversi mesi fa. Inoltre si ricorda che il viadotto Paolillo è un ponticello di 11 metri, completamente ristrutturato, rispetto al quale l'indagine riguarderebbe una presunta marginale discrepanza tra analisi progettuali e costruzione finale». Per quanto riguarda il Pecetti, Autostrade conferma che «l'opera è totalmente ristrutturata ed è stata oggetto di ripetute verifiche».

Detto ciò, un'inchiesta pubblicata dal Corriere della sera in gennaio parlava di controlli addomesticati sui cavalcavia italiani che in realtà sarebbero ben

sei. Oltre al Pecetti e Paolillo, ci sarebbero il viadotto genovese Gargassa, nei pressi di Rossiglione sull'A26; il 6 luci a Genova, il Moro sull'A14 a Cortona in Abruzzo e il lunghissimo (tre chilometri) Sarno sull'A30.

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