L'annuncio senza filtri, utilizzando i social network. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, appare con un doppiopetto beige mentre tiene un foglio in mano (un indizio, visto che solitamente parla a braccio). «La notizia di oggi è questa - esordisce -. Il procuratore Lo Voi (...) mi ha mandato un avviso di garanzia». La galassia della rete si squarcia. I commenti arrivano fin da subito. A caldo. «Stanno diventando pazzi. Avanti tutta Presidente, siamo con te» scrive Nicholas. «Siamo alle comiche», afferma un altro utente. Luca invece è più duro: «Ovviamente noi italiani saremo con te. È lampante che, per cercare di sovvertire il voto e la volontà popolare, la sinistra e i giudici di regime rosso le tentano tutte». Ai cittadini - i follower della piazza digitale - si aggiungono anche i big del partito, esprimendo il proprio sostegno alla Meloni.
Nel giro di qualche minuto, il video diventa virale su tutti i social. Instagram, Facebook, Twitter e TikTok. Social diversi, ma dai quali arriva un unico messaggio: vicinanza al presidente del Consiglio. I like non si fermano, neppure i commenti. E, soprattutto, le visualizzazioni. Centinaia di migliaia su ogni social. È come una valanga. A destare maggiore preoccupazione è l'ingerenza della magistratura nell'azione di governo: «C'è un'ombra che si allunga sempre più sulla nostra democrazia: il confine tra giustizia e politica si fa ogni giorno più labile e con esso si sgretola la fiducia dei cittadini nelle istituzioni», scrive Nello. Che poi prosegue: «La notizia che lo stesso pm del caso Salvini ha ora messo sotto indagine Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano non può essere derubricata a semplice casualità». C'è ovviamente chi la pensa diversamente. Chi sfotte e chi insulta. Ma la maggior parte dei follower sta con il presidente del Consiglio e chiede di andare avanti con la riforma della Giustizia (anche perché la fiducia nei confronti dei magistrati in Italia è ai minimi storici, segno che qualcosa non va). Non a caso, Alfredo dice: «Se non possono vincere alle elezioni ci provano con la giustizia. Poi a sinistra non capiscono perché perdono consenso. Avanti così!».
Ed è forse questo il punto. Quest'avviso di garanzia colpisce.
Non solo gli addetti ai lavori ma anche (e forse verrebbe da dire soprattutto) gli italiani che, con il calvario giudiziario di Silvio Berlusconi al quale si è poi aggiunto quello di Matteo Salvini con il caso Open Arms - hanno cominciato a vedere nella magistratura il braccio armato della sinistra. E lo vedono ancora di più oggi che la Meloni è indagata. Il risultato? La premier crescerà ancora di più nei sondaggi. E governerà per anni.
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