Onorevole Siracusano, sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, martedì riapre l'attività del parlamento. Quali le priorità?
«L'attenzione del Parlamento è già rivolta alla legge di bilancio. L'obiettivo dell'esecutivo e della maggioranza è quello di costruire una manovra che aiuti le fasce deboli e che allo stesso tempo dia un supporto concreto alle imprese. Il primo step sarà quello di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale. FI vuole un nuovo aumento delle pensioni minime e spingerà anche per un pacchetto di liberalizzazioni. La crescita non si crea per decreto, servirà stimolare l'economia per avere un Pil positivo».
Si parla in questi giorni di un'accelerata per quanto riguarda il ddl sull'elezione diretta del premier. Anche se il testo ancora non è uscito.
«Modernizzare l'assetto istituzionale dello Stato è uno degli obiettivi del governo. Quindi sì, vogliamo intervenire con una riforma costituzionale coraggiosa che dia più stabilità al Paese. Dal 1946 a oggi, in poco più di 77 anni, l'Italia ha avuto 68 governi, con una durata media di un anno e 2 mesi. Occorre, dunque, senza intaccare il ruolo del Parlamento, rafforzare la figura del presidente del Consiglio: elezione diretta, e chi vince governa 5 anni, come in tutte le maggiori democrazie occidentali».
Quali sono i confini entro i quali si muoverà questa riforma? Saranno limitate le prerogative del capo dello Stato?
«Il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, sta facendo un grande lavoro e sta costruendo un testo rigoroso ed equilibrato. E al momento opportuno verranno rese note le direttrici attraverso le quali si snoda la riforma sul cosiddetto premierato. Non c'è da temere, le prerogative del presidente della Repubblica non saranno intaccate».
Qualcuno osserva che il lavoro sul cosiddetto «premierato» rallenterebbe l'iter della riforma della Giustizia che Nordio sta portando avanti.
«Questa ipotesi semplicemente non esiste. La riforma della giustizia è una priorità per questa maggioranza, e dunque andrà avanti, parallelamente e senza alcun rallentamento, insieme alla riforma istituzionale. Il ddl Nordio farà il suo iter parlamentare, e le Camere avranno la possibilità di migliorare il testo, così come andranno avanti i progetti di revisione costituzionale per la separazione delle carriere e sull'obbligatorietà dell'azione penale. Nessun passo indietro».
Sul «Giornale» Minzolini avanza una proposta: spingere su quella della Giustizia. Perché il cambio di passo sarebbe proprio nel definire meglio i ruoli tra i poteri dello Stato.
«Condivido le preoccupazioni del direttore Minzolini, ma non farei una gara tra questi provvedimenti. Le due riforme devono procedere spedite e insieme».
Queste due riforme passeranno?
«Faccio una previsione. Entrambe vedranno la luce con più voti rispetto a quelli della maggioranza che sostiene il governo Meloni».
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