La sinistra giustizialista non riesce proprio a digerire la riforma della Giustizia: poco fa, in Aula, Liberi e Uguali ha dato in escandenscenza "contro" le argomentazioni dell'onorevole Roberto Giachetti.
La battaglia politica è aspra, perché sul piatto risiedono tanti temi, tra cui quello che riguarda l'avvenire del processo penale. Proprio su questo punto, mentre nello specifico i parlamentari discutevano della responsabilità diretta dei magistrati, è andato in scena uno scontro che ha visto protagonista il partito che ancora oggi copre l'arco della sinistra massimalista. Toni aspri, insomma, per un aspetto che è tanto delicato quanto decisivo.
L'obiettivo dei toni alzati di Leu, per così dire, è stato l'atteggiamento nel merito d'Italia Viva. A porre la questione sul tavolo - come ripercorso dall'Agi - è stato Fratelli d'Italia, con un Ordine del giorno che il partito guidato da Giorgia Meloni ha voluto presentare. L'esecutivo si è detto contrario alla tematica. Ma la maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi non ha una linea uniforme su questo argomento. Anzi, i distinguo sono emersi con una certa facilità.
Com'è noto, l'Italia vive una fase di cambiamento climatico, per così dire, in tema di Giustizia: il Paese sembra voler svoltare dal giustizialismo. E il referendum portato avanti dalla Lega di Matteo Salvini e dai Radicali ha trovato sostegno anche da parte d'Italia Viva di Matteo Renzi, che ha firmato. Tra i quesiti referendari che molti italiani stanno sottoscrivendo proprio in questi giorni, c'è anche la responsabilità diretta dei magistrati. E così, durante le indicazioni di voto, la Lega, Forza Italia e Coraggio Italia hanno annunciato - com'era naturale che fosse - che si sarebbero astenuti.
A questo punto del dibattito, il Partito Democratico e Leu hanno incalzato il centrodestra, sottolineando la necessità di rimanere compatti ed in linea con quanto espresso in materia dal governo. La sinistra, provocando, ha chiesto al centrodestra di votare in maniera contraria ad un'impostazione che è ormai ventennale per quella coalizione. Ma - come premesso - la questione separa da sempre il fronte giustizialista da quello garantista.
Pd e Leu hanno insomma domandato "lealtà". Una richiesta che non è piaciuta all'onorevole Roberto Giachetti, che ha replicato al Pd, mettendo in evidenza un certo doppiopesismo: "Non vi ho visto rispettare questa lealtà - ha detto il deputato di Iv ai Dem - quando in commissione insieme a M5s avete mandato sotto il governo sul decreto semplificazioni e anche lei Fornaro parla di lealtà quando dal suo partito è stato insultato il premier Draghi". Insomma, se "lealtà" significa non contraddire mai l'esecutivo, allora questo atteggiamento dovrebbe essere sempre tenuto in considerazione. Anche quando ci sarebbe da manifestare solidarietà al premier.
In quel frangente, come riporta sempre la fonte sopracitata, il capogruppo di Leu è scattato dal suo scranno, dando vita ad una bagarre. La rissa, comunque sia, non si è verificata.
Ma lo scontro sulla Giustizia è ormai lapalissiano. Così' come dimostrano le immagini del video. Quanto accaduto poco fa alla Camera dei deputati è, da un punto di vista politico, l'ennesima dimostrazione di un clima rovente e di forte contrapposizione.
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