"Giusto combattere le morti sulla strada. Ma servono più controlli"

Il legale, Domenico Musicco : "Automobilisti terrorizzati da sanzioni pesanti, aumentare Zone 30"

"Giusto combattere le morti sulla strada. Ma servono più controlli"
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«Il codice era obsoleto e inadeguato alla mobilità moderna, il governo ha il merito di aver posto l'accento sulla sicurezza stradale e i troppi morti ma alcune sanzioni sono sproporzionate e insostenibili rispetto al cittadino medio». Nel giorno in cui il Sole24Ore pone l'accento sui 33 miliardi di tasse e multe non pagate, il rischio che la riforma del Codice della Strada porti a una stangata per il ceto medio c'è. Al Giornale parla uno dei promotori della legge sull'omicidio stradale, il presidente dell'Associazione vittime incidenti stradali (Avisl onlus) l'avvocato Domenico Musicco, che così commenta le prime due settimane del nuovo Codice della Strada. «I controlli sono aumentati in modo esponenziale subito dopo l'entrata in vigore del nuovo codice della strada, in giro si vedono sempre più pattuglie che fanno i controlli. Settimana scorsa c'è stata una media di una multa al minuto, la riforma ha terrorizzato gli automobilisti, vanno più piano, non usano il cellulare e bevono di meno. Ma quanto durera?».

Cosa pensa delle nuove regole?

«Il ministro Matteo Salvini ha il merito di aver messo l'attenzione sull'emergenza stradale: 3mila morti l'anno, siamo al 17mo posto in Europa. È il doppio di Ighilterra, Francia e Germania, è la prima causa di morte per gli under 30».

C'è polemica sul numeri degli incidenti e dei morti...

«Allora, il dato di Salvini è vero ma parziale. Polstrada dice che sono diminuiti nelle strade extraurbane e in autostrada, la contrazione non c'è stata nelle aree cittadine quindi il numero dei morti a seguito di incidente stradale è purtroppo lo stesso dello scorso anno come dai dati Asaps. Quando ho sentito del calo del 25% dei morti ho detto aspettiamo, è troppo presto per festeggiare, vediamo cosa succederà nel lungo periodo quando i controlli diminuiranno e gli automobilisti si sentiranno meno attenzionati».

Si poteva fare di più?

«Gli automobilisti adesso sono più attenti, un effetto di deterrenza c'è, come una maggiore paura nell'uso del telefonino e per la guida in stato di ebbrezza o sotto l'uso di sostanze (anche se si parificano droghe pesanti e leggere). Ma alcol e droga rappresentano solo circa il 5% delle cause degli incidenti stradali».

E quindi?

«Serve più polizia stradale nelle strade extraurbane e polizia locale nelle strade delle nostre città. Basti pensare al rispetto delle strisce pedonali. Su 500 pedoni morti all'anno 185 erano sulle strisce».

Il problema è anche la velocità...

«Le principali cause di morte in strada sono velocità e distrazione al cellulare. Inoltre sono favorevole ad aumentare le zone 30 e le piste ciclabili dove possibile. Ma non si va in questa direzione con la nuova legge».

Ma l'obiettivo è diminuire gli incidenti...

«È nobile, non si può che essere d'accordo. Ma così tutti gli automobilisti sono sotto osservazione, sia quelli potenzialmente criminali come ubriachi e drogati o chi parla al telefonino mentre guida ma anche quelli normali. Gli aumenti esponenziali per le sanzioni, a volte raddoppiate o addirittura triplicate per chi va oltre il limite di velocità rappresentano un problema per chi non potrà pagarle e non è detto che, da sole, rendano più sicure le strade».

Come se ne esce allora?

«Inasprire soltanto le pene è il solito vizio italiano, si è visto con l'omicidio stradale che però era una norma di civiltà e la patente a punti, il cui effetto deterrente si è ridotto dopo i primi mesi».

Qualche consiglio?

«Io avrei anche introdotto

un'ora di educazione stradale obbligatoria nelle scuole. Servono più controlli e devono diventare strutturali come in Inghilterra. Li abbiamo sempre chiesti come politica di prevenzione. La repressione da sola non basta».

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