Condannata a pagare 290 milioni di dollari (255 milioni di euro) per aver provocato il cancro a un giardiniere che ha usato un diserbante senza sapere che contenesse sostanze cancerogene. Un tribunale di San Francisco ha pesantemente sanzionato il gigante chimico statunitense Monsanto, che ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione, presa all'unanimità dalla giuria
Dewayne Johnson, giardiniere di 46 anni, padre di due ragazzi di 13 e 10 anni, nel 2004 ha scoperto di avere un linfoma di Hodgkin, un tumore che colpisce i globuli bianchi. Johnson per anni aveva lavorato al Benicia Unified School District, a nord-ovest di San Francisco, dove era responsabile della lotta a vegetali e animali dannosi sui terreni delle scuole. Dal 2012 aveva spruzzato centinaia di litri di un diserbante prodotti dalla Monsanto, il Roundup, il più usato al mondo, schizzandosi due volte della sostanza a causa di un malfunzionamento dell'attrezzatura utilizzata. In quei casi aveva subito lesioni molto dolorose. Poi, qualche tempo dopo, la terribile diagnosi.
Da qui la decisione di Johnson, assistito dallo studio legale The Miller Firm, di denunciare il colosso, chiedendo un risarcimento di 400 milioni di dollari. «Lotterò fino al mio ultimo respiro», aveva promesso Johnson durante il processo.
Monsanto ha sempre negato ogni responsabilità, dichiarando che non c'è alcun collegamento tra la malattia dal giardiniere e l'utilizzo dei suoi prodotti. Che però contengono entrambi glifosato, classificato dal 2015 dall'Organizzazione mondiale della sanità come «probabile causa di cancro», anche se va detto che le agenzie europee Efsa (Autorità europea di sicurezza degli alimenti) e Echa (Agenzia europea dei prodotti chimici) «scagionano» il glifosato, che è così un prodotto quanto meno controverso. La giuria di San Francisco è però evidentemente convinto che il glifosato sia cancerogeno. Non solo, è convinta che Monsanto abbia agito con malizia, nascondendo i possibili effetti del glifosato all'opinione pubblica incoraggiando milioni di persone a utilizzare il Roundup con leggerezza.
La sentenza e lo stesso processo sono a loro modo storici. Johnson infatti è uno dei primi cittadini finora a esser riuscito a portare Monsanto in tribunale. Ha giocato a suo favore - ironia della sorte - il fatto che gli siano stati diagnosticati al massimo due anni di vita e il fatto che una legge californiana obbliga la giustizia a celebrare il processo prima della morte del querelante.
Sono però più di 4mila i cittadini statunitensi che sostengono di essersi ammalati a causa dell'utilizzo del Roundup e del Ranger Pro e che guardano con ansia all'esito del processo di San Francisco. Una vittoria definitiva di Johnson potrebbe dare vita a una serie di sentenze a catena contro Monsanto.
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