I cinquanta dissidenti M5S pronti a sabotare il governo

Non solo Roberto Fico. Tra antileghisti, attivisti No Tav e difensori della comunità Lgbt, gli 'ortodossi' del M5S che mal digeriscono l'alleanza con Salvini sono più di 50

I cinquanta dissidenti M5S pronti a sabotare il governo

Il presidente della Camera Roberto Fico e la senatrice Paola Nugnes sono i “malpancisti” più noti del M5S ma le spine nel fianco del governo Conte, in casa dei pentastellati, cominciano ad esser già una cinquantina.

Gli "ortodossi" tacitati con ruoli istituzionali e nelle Commissioni

Complice l’intraprendenza di Matteo Salvini crescono i malumori tra “l’ala ortodossa” del Movimento Cinque Stelle, incarnata nella figura di Roberto Fico, e “l’ala governativa” del capo politico, Luigi Di Maio. Finora l’anima movimentista e di sinistra è rimasta perlopiù silenziosa dal momento che, essendo sotto rappresentata nel governo, è stata ricompensata con importanti incarichi istituzionali e varie presidenze di commissioni in ambo i rami del Parlamento. Fico, il “grillino comunista” che si erge a paladino delle Ong, è diventato presidente della Camera proprio grazie ai voti determinanti della Lega, partito con cui non avrebbe mai voluto governare. Accanto a lui, a Palazzo Montecitorio, troviamo i segretari dell’ufficio di presidenza, Mirella Liuzzi e Alessandro Amitrano, e la vicepresidente Maria Edera Spadoni. Al Senato la battagliera Paola Taverna si è aggiudicata la vicepresidenza dell’Aula, mentre Wilma Moronese è stata eletta presidente della Commissione Ambiente e a Daniele Pesco è andata la presidenza della Commissione Bilancio.

Dentro il governo, invece, hanno trovato posto soltanto Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia e Carlo Sibilia, sottosegretario al ministero dell’Interno. Quest’ultimo, all’indomani della sentenza della Cassazione che ha ordinato il sequestro dei beni della Lega, aveva polemicamente dichiarato:“In Italia ci sono tre gradi di giudizio e tutti devono avere il diritto di difendersi. Urlare alla magistratura politicizzata quando qualcosa non ci sta bene ha un retrogusto berlusconiano che i cittadini vogliono dimenticare”. L’attivista NO TAV Laura Castelli è stata, invece, inglobata nella maggioranza dimaiana con la nomina a sottosegretario al MEF. Altri esponenti di spicco dell’“ala ortodossa” sono stati eletti presidenti di Commissione alla Camera. Si tratta di Carla Ruocco (Finanze), Marta Grande (Esteri), Giulia Sarti (Giustizia), Luigi Gallo (Cultura) e Giuseppe Brescia (Affari Costituzionali). Se da un lato la Sarti sta tergiversando pur di non calendarizzare la legge sulla legittima difesa, dall’altro Brescia e Gallo sono le due voci “fuori dal coro”.

I grillini amanti della "maglietta rossa"

Brescia è un ex volontario di Emergency e, in un’intervista al Foglio, si è schierato apertamente dalla parte del ministro Trenta consigliando a Salvini di non chiudere i porti, mentre Gallo, che rappresenta l’anima più No-Global dentro il M5S, in questi giorni, ha aderito all’iniziativa di Libera esibendo una maglietta rossa.“Siamo una famiglia umana e globale - sottolinea su Facebook - chiamata a dare delle risposte complesse a dei fenomeni che da quando esiste l'uomo sono sempre esistiti ma che hanno la necessità di risposte nuove da parte di tutti".

Parole che non ci aspetteremo da un alleato della Lega di Matteo Salvini e che si uniscono a quelle di tanti altri parlamentari grillini che hanno accolto l’appello di Don Luigi Ciotti. Lo scrittore Aldo Penna, neoeletto deputato M5S con un passato da radicale, ha condiviso su Facebook un articolo con le dichiarazioni di Fico a favore delle Ong, commentando: “Non potevo mancare all'appello della #magliettarossa (nella mia versione, un po' garibaldina). Fermiamo l'emorragia di umanità nel Mediterraneo ed impegniamoci per un'Europa davvero unita, anche nella solidarietà e nell'accoglienza”. La collega Gilda Sportiello ha fatto altrettanto evidenziando che: “Non prendere consapevolezza dei cambiamenti sociali, economici e climatici in atto significa voler chiudere gli occhi davanti alla realtà dei fatti, ma davanti ai nostri occhi chiusi la realtà continua ad andare avanti e fenomeni inarrestabili, come quello delle migrazioni, continueranno ad esistere”. Secondo la senatrice Virginia La Mura la maglietta rossa è un segno “per la libertà di tutti di poter sognare un futuro migliore, per il diritto universale ad una vita degna, per un’Europa che accolga e non respinga”.

Gli ortodossi M5S che mal sopportano l'alleato Salvini

Per la deputata Doriana Sarli “l'Italia ha una posizione nel Mediterraneo al confine ed è qui che vanno aiutate le persone", mentre per il senatore Gregorio De Falco “il naufrago - si legge sul Corriere - ha diritto di essere salvato, senza che sia compiuta alcuna valutazione, non conta la provenienza, la etnia. Il naufragio è una situazione di fatto da cui discendono obblighi verso chiunque civile o militare, italiano o straniero, che sia in grado di portare soccorso".

La deputata Vittoria Casa, che ha alle spalle un’esperienza da segretaria del Pd di Bagheria, su Facebook, non solo ha sostenuto la necessità di “lavorare a testa bassa per ricostruire un senso di solidarietà e umanità che sembra essersi affievolito”, anziché continuare a scambiarsi insulti ma ha anche difeso lo scrittore Roberto Saviano davanti alla minaccia di Salvini di togliergli la scorta. Fortemente critico verso l’idea 'salviniana' di fare un censimento dei rom presenti in Italia è, invece, il deputato Pino Cabras che ha bollato come “inaccettabili e da condannare senza mezzi termini” le parole pronunciate nei confronti dei nomadi. Ma la schiera di parlamentari grillini antileghisti comprende anche il deputato Andrea Colletta che si è espresso contro la nomina di Armando Siri a sottosegretario al ministero dei Trasporti in quanto condannato in Cassazione per bancarotta fraudolenta. I deputati Mattia Crucioli e Roberto Rossini (membro anche dell’associazione Onlus Africa Milele) hanno, invece, attaccato la Lega per le critiche che Matteo Salvini ha rivolto alla magistratura.

I NO TAV, i pro LGBT e 'malpancisti' del Senato

Il senatore Gianmarco Corbetta, invece, si batte da anni contro la Pedemontana, opera assai cara ai leghisti. Ma la maggioranza gialloverde rischia di scricchiolare soprattutto sull’Alta Velocità Torino-Lione e sui diritti della comunità Lgbt. Tra gli ‘ortodossi’ del Movimento vi sono, infatti, vari attivisti dei NO TAV e molti difensori delle unioni civili, primo fra tutti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, che qualche settimana fa ha ingaggiato un duro scontro con il ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana. Altri parlamentari come i senatori Giuseppe Fabio Audinno, Gianluca Ferrara, Gianni Marilotti e i deputati Nunzia Angiola, Emanuela Corda, Iolanda Di Stasio, Paolo Lattanzio e Mario Pierantoni hanno una marcata estrazione di sinistra che, alla lunga, mal si potrà conciliare con le politiche che intende portare avanti l’alleato di governo, Matteo Salvini. In questo clima di tensioni crescenti, infine, una particolare attenzione merita il Senato dove la maggioranza pentaleghista ha appena dieci voti in più del necessario.

Qui, oltre alla già citata Paola Nugnes, gli ‘ortodossi’ annoverano tra le loro file anche le senatrici Elena Fattori, la segretaria d’Aula Michela Montevecchi e i senatori Nicola Morra, Elio Lannutti e Matteo Mantero. Nomi e temi che lasciano presupporre l'arrivo di un autunno molto caldo per il fragile governo Conte che si dovrà barcamenare tra "malpancisti", “spine nel fianco” e possibili “franchi tiratori”.

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