"Il governo ha nascosto alle Regioni il piano segreto sul Covid"

I governatori del centrodestra scrivono a Mattarella: "Grave tenere le Regioni all'oscuro di tutto, dal governo un atto ingiustificabile"

"Il governo ha nascosto alle Regioni il piano segreto sul Covid"

Adesso i governatori del centrodestra scrivono al capo dello Stato: le notizie che continuano a susseguirsi dopo la desecretazione dei verbali del Comitato tecnico-scientifico hanno spinto le Regioni della coalizione a rivolgersi direttamente a Sergio Mattarella, considerando il prestigioso e imparziale ruolo ricoperto "come garante dell’unità e della dignità del Paese di fronte a tutti gli italiani e a tutela della nostra immagine in Europa e nel mondo". I presidenti hanno fatto appello "alla grande e profonda sensibilità e umanità che ha dimostrato", sia nei confronti delle popolazioni più colpite dal Coronavirus sia verso i governi regionali.

Appare evidente come ora sia arrivato il momento della chiarezza e della verità: i cittadini italiano hanno l'obbligo di sapere come sono andate le cose e se il governo ha realmente tenuto nascosto il piano segreto sui pericoli del Covid-19. I governatori hanno criticato all'esecutivo giallorosso soprattutto la mancata volontà di una reale collaborazione con tutte le forze politiche nella gestione della crisi sanitaria prima e nelle conseguenze negative sull'economia dopo: "Una fase che non solo non si è conclusa, ma che rischia di penalizzare ancor più la struttura produttiva del nostro Paese. Una condivisione che anche lei più volte ha auspicato e chiesto al governo e in particolare al presidente del Consiglio".

Le accuse contro il governo

Tuttavia gli auspici non hanno visto risposte positive e concrete in merito. I presidenti di Regione sostengono che dagli atti appare ormai chiaro che il governo - dal momento della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, risalente al 31 gennaio scorso - non abbia ufficializzato un piano pandemico nazionale, da cui sarebbero derivati quelli regionali. Ma il tutto è reso ancora più grave dall'aver tenuto le Regioni all'oscuro dello studio che il 12 febbraio, ovvero ben 8 giorni prima del paziente 1 di Codogno, rappresentava al Cts una stima di ciò che sarebbe avvenuto in Italia.

I governatori comprendono le remore a divulgare gli scenari in questione ai singoli cittadini, ma appare "ingiustificabile" la decisione di escludere i governi regionali: "Così come ancora più incomprensibile è che il nostro ministro degli Esteri solo qualche giorno dopo abbia portato un cargo carico di dispositivi di sicurezza in Cina". Adesso il Paese non può aspettare: ha bisogno di una guida solida per essere rilanciato. In conclusione è stato chiesto un incontro con il presidente della Repubblica per esplicitare le necessità per l'Italia e per evitare di ripetere gli errori già commessi: "Riteniamo indispensabile che i territori siano coinvolti direttamente, non solo per la gestione dell’emergenza sanitaria, ma anche per quella economica".

La lettera, pubblicata sul Corriere della Sera, porta la firma di Marco Marsilio (Abruzzo), Vito Bardi (Basilicata), Jole Santelli (Calabria) Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), Giovanni Toti (Liguria), Attilio

Fontana (Lombardia), Donato Toma (Molise), Alberto Cirio (Piemonte), Christian Solinas (Sardegna), Nello Musumeci (Sicilia), Donatella Tesei (Umbria), Luca Zaia (Veneto) e Maurizio Fugatti (Provincia autonoma di Trento).

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