La rivoluzione della Lega rimandata a dopo le elezioni europee per non creare scontenti, vista l’ipotesi di commissariamento delle segreterie regionali, o perché gli italiani ancora non pronti a voler una coalizione sovranista capeggiata da Salvini? Più probabile la prima ipotesi, mai decapitare parti di gruppi dirigenti in prossimità di appuntamenti elettorali, ma non sarebbe da trascurare anche il sondaggio di Euromedia che, alla domanda: “nel caso si tornasse a votare per le elezioni politiche entro la fine dell’anno preferirebbe che la Lega si alleasse con ?” , fa emergere nette volontà di coloro che sposano la condotta politica del Ministro all’interno. La maggioranza auspica un alleanza della tradizionale coalizione infatti per il 37.8% si dovrebbe procedere in combinata con Forza Italia e Fratelli d’Italia; un percorso in solitaria per il 26.2%; portare al vaglio degli elettori un accordo continuativo dell’esecutivo, quindi assieme con i pentastellati, solo per il 12.4% ed il 23.6% promuove la rivoluzione sovranista tra la Lega, movimenti che si rifanno a questa impostazione di “autonomia” europeista e Fratelli d’Italia con esclusione di Forza Italia.
La necessità di non continuare il percorso con i grillini, come detto favorevoli anche ad un cammino assieme alle urne solo per il 12.4, anche il dato scaturito dall’apprezzamento italico per l’esecutivo Conte. La maggiore preoccupazione del popolo risiede nella capacità di affrontare la situazione dell’economia nazionale. Infatti alla domanda : secondo lei, sui temi economici reputa l’attuale Governo capace o no? Le risposte non lasciano dubbi: il 31.3% lo ritengono all’altezza della situazione (quindi un italiano su tre) e ben il 56.7% lo boccia senza appello ritenendolo “inadeguato di fronte all’attuale scenario economico”. Altra spaccato è fotografato dalla speranza o dalla certezza (o volontà) di vederlo giungere a scadenza naturale. “Secondo lei, il governo Conte durerà cinque anni, cioè giungerà a fine legislatura?”, convinti o fiduciosi di ciò solo il 29.6%, solo l’8.6% ritiene possa rimanere “in piedi” sino al 2021/2022 e ben il 51.6% è convinto di una fine tra il prossimo mese e non oltre il 2020. Questo dato scaturisce da un valore netto del 23.7% di coloro che intravedono, o sperano, che termini subito dopo le elezioni europee; il 6.6% (ipotesi quasi impossibile) fino massimo al prossimo mese di aprile; l’8.
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