Governo M5S? Per il 60% è un pericolo

La maggioranza degli italiani teme un esecutivo dei grillini. Che però possono vincere

Governo M5S? Per il 60% è un pericolo

Il Movimento 5 Stelle è ormai da tempo, nel bene e nel male, un protagonista dello scenario politico del nostro Paese. Alcuni osservatori avevano pensato inizialmente che si sarebbe ridimensionato in breve tempo, come accade spesso ai movimenti protestatari senza adeguati supporti programmatici. Ma ciò non è accaduto e l'M5S appare nei sondaggi sulle intenzioni di voto (che, come sappiamo, danno indicazioni sì approssimative ma delle quali bisogna tenere conto) oscillare dal 25% (SWG) al 28% (Piepoli). Confermando sostanzialmente i risultati delle politiche del 2013 (25,6%).

Sono dunque molti i cittadini che manifestano a tutt'oggi l'intenzione di votare M5S.Questa circostanza suggerisce molte domande. Ad esempio, qual è il grado di simpatia di cui gode oggi, al di là delle intenzioni di voto, l'M5S nel Paese? È visto con favore o sfavore dalla maggioranza dei cittadini? E sulla base dei dati attuali, esiste la possibilità che il M5S vada davvero al governo?Al primo interrogativo si può rispondere esaminando il «mercato elettorale» del M5S. Quest'ultimo è costituito da coloro che dichiarano di «prendere in considerazione» il voto per l'M5S, anche se magari non hanno già deciso di sperimentarlo o, comunque, non lo dichiarano nei sondaggi sulle intenzioni di voto. Si tratta cioè del potenziale massimo che l'M5S può aspirare a raggiungere. Secondo le ultime rilevazioni esso è pari al 32% degli elettori, anche se la stragrande maggioranza di questi ultimi dichiara di prenderlo «abbastanza» in considerazione, mentre solo pochissimi rispondono «molto».

In altre parole, il M5S suscita in costoro interesse, ma non entusiasmo. Inoltre il dato rilevato sull'entità del complesso dell'elettorato potenziale non è molto distante da quello relativo alle «vere» intenzioni di voto oggi manifestate. Il che suggerisce come il M5S sembri aver raggiunto quasi il suo massimo consenso possibile e che siano improbabili allargamenti significativi della sua base elettorale.Resta che il 32% di mercato potenziale non è poco: significa che un italiano su tre non esclude l'M5S per la propria scelta elettorale e lo vede con una più o meno accentuata simpatia. I motivi sono prevalentemente legati all'insoddisfazione per la situazione attuale: politica, ma in larga misura anche economica. Non a caso, secondo i recenti dati Istat, si è oggi più ottimisti sulle prospettive economiche del Paese ma lo si è molto meno sulle proprie, specie dal punto di vista occupazionale.

Ma tutti i restanti intervistati, precisamente il 60%, vale a dire la maggioranza assoluta (l'8% non risponde al quesito) dichiarano che non lo voterebbero mai. La gran parte degli italiani risulta dunque ostile al M5S. I dissensi maggiori riguardano la prevalenza della mera protesta e, di conseguenza, la vacuità e la contraddittorietà del programma. Negli ultimi tempi, si è accentuato anche l'atteggiamento critico verso le esperienze di governo locale dell'M5S che, secondo la maggioranza, si sono mostrate fallimentari o quasi.Ciononostante, con il nuovo sistema elettorale che l'Italia ha adottato, l'M5S può aspirare a vincere le elezioni politiche. Come si sa, se nessun partito raggiunge il 40% al primo turno e, sulla base dei dati attuali, nessuna forza politica sembra in grado di farlo i due che hanno ottenuto più voti si scontrano a un secondo turno di ballottaggio. Ebbene, il professor D'Alimonte della Luiss di Roma ha simulato sul Sole 24 Ore qualche giorno fa gli esiti di una possibile consultazione per il rinnovo delle Camere. Ne emerge una vittoria di strettissima misura (51%), al secondo turno, del Movimento 5 Stelle, che batterebbe il Pd.

Il dato in sé è insicuro lo sottolinea lo stesso D'Alimonte sia per il margine di errore statistico (stimabile in questo caso attorno al 3%), sia perché la campagna elettorale muterebbe probabilmente in modo e con direzioni oggi imprevedibili le intenzioni di voto espresse oggi nei sondaggi. Ma, malgrado la sua insicurezza, il risultato ha un enorme valore politico. Perché mostra la forza attuale del M5S e la fragilità del centrosinistra su cui si regge il governo Renzi. Sono particolarmente illuminanti al riguardo le indicazioni del sondaggio in questione sui flussi di voto tra il primo turno (in cui nessun partito raggiungerebbe la soglia del 40% e che vedrebbe nella situazione odierna prevalere il Pd e il M5S) e il secondo. Buona parte degli elettori della sinistra anti Renzi e, in misura molto maggiore, quelli del centrodestra afferma infatti che opterebbe per la formazione di Grillo. Dichiarano questa scelta il 43% dei votanti per Forza Italia e il 58% di quelli per la Lega. Ciò significa che la scontentezza per l'attuale situazione politica e, specialmente, l'insoddisfazione per l'operato del governo (che abbiamo più volte documentato su queste colonne) potrebbe far prevalere il movimento di Grillo, con un importante flusso di voti del centrodestra verso i pentastellati.

Insomma, la maggioranza degli elettori italiani non ama il M5S e non lo vorrebbe al governo. Ma, considerato il nostro sistema elettorale, ciò potrebbe accadere, con conseguenze a mio avviso ma non solo disastrose per il nostro Paese.

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