Ecco il piano per le zone rosse. ​Chi rischia un nuovo lockdown

Speranza e Boccia escludono la chiusura dei confini regionali ma pensano a zone rosse circoscritte

Ecco il piano per le zone rosse. ​Chi rischia un nuovo lockdown

Il fatto che ieri in Italia si siano sfiorati i mille casi giornalieri sta portando il governo a pensare a come muoversi. La possibilità che vengano chiusi i confini tra le regioni sembra esclusa e si starebbe invece pensando a disporre delle zone rosse locali. Anche perché i governatori stanno chiedendo a gran voce, a chi dovrebbe governare il paese, di prendere posizione. Altrimenti lo faranno loro. Primo fra tutti il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che tra due settimane deciderà se chiedere di limitare la mobilità tra Regioni. Ingressi solo in caso di salute o lavorativi. La richiesta dipenderà anche dalla situazione registrata nelle altre regioni italiane.

Governo: zone rosse locali

L’ipotesi non sembra però piaciuta al governo che ha reagito con freddezza. I ministri della Salute Roberto Speranza e quello degli Affari regionali, Francesco Boccia, hanno subito escluso questa possibilità. La loro idea sarebbe invece un’altra: quella di creare zone rosse circoscritte. Ovvero, nelle aree in cui vengono registrati nuovi focolai difficili da gestire. Per esempio, se in un paese ci sono centinaia di casi fuori controllo, viene chiuso. Mentre la regione a cui appartiene resta aperta. Sembra che adesso Palazzo Chigi si sia finalmente accorto che l’Italia è messa molto meglio rispetto ad altre Nazioni europee, e che le strutture ospedaliere non sono a livello di guardia. Tesi che molti esperti sostengono da settimane senza essere considerati. In alcuni casi sono anche stati attaccati.

Secondo quanto asserito adesso dal governo, in Italia la curva dei nuovi contagi sta salendo molto meno rispetto al resto d’Europa. Non tutti i governatori vanno a braccetto con le idee di De Luca. Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, vuole invece vigilare sull’incremento dei casi e fare il numero maggiore di tamponi soprattutto a coloro che rientrano dalle vacanze. Importante circoscrivere nuovi focolai ed eventualmente intervenire con zone rosse locali. Zingaretti è quindi contrario a chiudere nuovamente i confini tra le regioni. Sposato in pieno il piano del governo.

Il problema sono gli irregolari positivi

Il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, ha commentato le parole di De Luca: “È un provvedimento estremo, quello a cui pensa il collega De Luca, che peraltro potrebbe riguardare tutto il territorio nazionale. Per questo credo vada concordato in sede di Conferenza delle Regioni con lo Stato, tenendo conto dell'evoluzione che subirà il dato epidemiologico nelle prossime giornate”. Sembra quindi essersi dato del tempo per pensare e non aver bocciato in toto l’idea della Campania. Perplessità invece da parte di altri governatori di centrodestra. Il presidente del Friuli-Venezia Giulia ha affermato che adesso non avrebbe alcun senso richiudere i confini, sottolineando che il problema maggiore adesso sono gli immigrati irregolari positivi. Che, chissà come, riuscirebbero probabilmente a passare da una regione all’altra senza problemi.

Della stessa idea anche Giovanni Toti, presidente della Liguria che ha ricordato come “ nonostante i contagi siano aumentati, i dati più importanti, ovvero quelli che riguardano gli ospedalizzati, le rianimazioni e i decessi, non preoccupano, al momento. Ritengo quindi prematuro pensare a un'ipotesi del genere che taglierebbe le gambe soprattutto al settore del turismo che ha già dovuto rinunciare a buona parte della stagione. In Liguria la situazione è stata tenuta sotto controllo grazie al tracciamento tempestivo dei casi. Vengono eseguiti i tamponi per chi rientra dalle zone più a rischio ma bisogna imparare a convivere con il virus, senza farsi fermare dal terrore, tenendo sempre alta la guardia e rispettando le regole che abbiamo tutti imparato in questi mesi”. A fargli eco anche il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio. Intanto Musumeci ha approfittato per chiedere come mai il governo non chiuda i porti italiani, che stanno invece chiudendo i sindaci stessi, e non preveda lo stato d’emergenza a Lampedusa.

Visto che in Sicilia ci sono altri 38 infetti. Ma adesso Palazzo Chigi non ha forse tempo di pensare a questo, si sta invece concentrando sulla possibilità di creare zone rosse locali. Una cosa alla volta, non si può pretendere tanto.

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