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La grana Sicilia è un rebus. E l'esecutivo va allo scontro

Il Viminale impugnerà l'ordinanza di Musumeci. Boccia: la competenza sugli sbarchi è dello Stato

La grana Sicilia è un rebus. E l'esecutivo va allo scontro

Al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese la decisione del governatore Nello Musumeci di svuotare la Sicilia dai migranti proprio non va giù. Tanto che il Viminale, la notizia è stata data ieri sera, ha deciso di impugnare l'ordinanza del presidente regionale. A quanto pare si pensa al ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) affinché sia un giudice a decidere se la mossa sia giusta o meno. Il ricorso sarà depositato oggi. Niente mediazione, dunque, anzi scontro aperto. Le voci di un ponte aereo per spostare i migranti dalla Sicilia in altre regioni (si parlava di Lazio, Toscana, Emilia Romagna) si ssono rivelate infondate. Certo, invece, che i migranti malati di Covid sono già stati spostati su una delle due navi quarantena messe a disposizione dal governo. La Azzurra, da cui l'altro ieri sono scesi col semplice foglio di via 650 migranti, è infatti vuota e ora i clandestini trascorreranno a bordo della stessa il periodo necessario alla guarigione. Musumeci comunque non demorde. Il governatore, sempre ieri sera, ha diramato una nota per diffidare i nove prefetti del'Isola all'esecuzione della sua ordinanza. Nel documento il governatore siciliano richiede alle autorità competenti, tra le altre misure, di illustrare il cronoprogramma del progressivo svuotamento degli hotspot per «le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti». «Io ho il dovere - ha scritto il governatore su Facebook - di occuparmi della salute di chiunque sia sulla nostra Isola. Non posso girarmi dall'altra parte e neppure fare finta di niente. Il silenzio del governo centrale, mentre a Lampedusa ci sono 1200 persone stipate dentro l'hotSpot, è sempre più assordante».

Una questione di salute, dunque. E nel braccio di ferro con Musumeci, la Lamorgese potrebbe non spuntarla. Secondo quanto riportato all'articolo 31 dello Statuto della Regione Sicilia (Regione, appunto, a Statuto speciale ndr), «al mantenimento dell'ordine pubblico provvede il presidente della Regione a mezzo della polizia dello Stato la quale, nella regione, dipende disciplinarmente, per l'impiego e l'utilizzazione dal governo regionale». Inoltre, il «presidente della Regione può chiedere l'impiego delle Forze armate dello Stato». In questo caso, in cui la sicurezza della Sicilia e dello Stato sono compromesse a causa di un'invasione incontrollata e della presenza di molti malati di Covid tra i migranti, dovrebbe essere proprio il Viminale a trovare soluzioni immediate per il blocco dei flussi, in Sicilia come nel resto d'Italia. E dovrebbe, anziché dare loro il foglio di via senza che vi siano rimpatri immediati, operare per rimandare indietro chi entra senza averne diritto. Il presidente Musumeci, tra l'altro, ha alle sue dipendenze dirette gli ufficiali sanitari. Ed è proprio ai problemi sanitari, e ai poteri che il governatore ha come soggetto attuatore delle direttive del ministero, che l'ordinanza di Musumeci fa riferimento.

Lo scontro, dunque, è aperto. Anche perché il premier Giuseppe Conte ha l'idea che dietro alla posizione di Musumeci ci sia in realtà un piano ben studiato dal centrodestra, in particolare dal leader della Lega Salvini. Sulla vicenda sono intervenuti i ministri per il Sud, Giuseppe Provenzano, e per gli Affari Regionali, Francesco Boccia. «Serve la sicurezza sanitaria non il filo spinato. A tutti, compresi i governatori, chiedo di non mescolare il tema migranti con la sicurezza sanitaria.

La competenza esclusiva sui migranti è del ministro dell'Interno», ha detto Boccia in un'intervista a Sky Tg24, mentre da Provenzano arriva l'altolà a Musumeci: «Serva la Sicilia invece di servire la campagna elettorale di Salvini».

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