Grande leader del liberalismo

A dispetto delle ironie di qualcuno, il video di Berlusconi alla convention di Forza Italia dimostra, semmai ce ne fosse bisogno, la tenacia e la forza di convinzione di un leader politico.

Grande leader del liberalismo

A dispetto delle ironie di qualcuno, il video di Berlusconi alla convention di Forza Italia dimostra, semmai ce ne fosse bisogno, la tenacia e la forza di convinzione di un leader politico, che ha fornito un contributo fondamentale alla politica e alla storia d'Italia, e che tuttavia desidera continuare a lottare. Nell'epoca di leadership volatili, che trionfano ma che in breve stancano gli elettori, a noi sembra qualcosa di notevole. Già: gli elettori. Nonostante dal 2018 (e in realtà già dal 2011) periodicamente appaiano figure che intendono strappare l'elettorato berlusconiano al Cavaliere, esse hanno finito sempre per fallire: da Fini a Calenda passando per Alfano. C'è chiaramente una incarnazione carismatica tra il leader e il suo popolo, che non è certo piccolo: più dell'8% alle ultime politiche e quasi il 7% negli ultimi sondaggi. Più del risultato dell'ultimo illusosi di seppellire politicamente il Cavaliere, cioè Calenda. E che voleva sostituirlo nella convinzione di intercettare anche i voti moderati in uscita dal Pd spostatosi a sinistra. Spiace per il leader di Azione, ma a quanto pare Berlusconi non intende dismettere il ruolo di leader di una forza moderata e liberale, due concetti su cui non a caso egli si è soffermato ieri. Vi è potenzialmente molto più spazio, rispetto a un tempo recente, per queste posizioni. Prima di tutto perché il liberalismo, se è stato abbandonato del tutto dal Pd, non pare certo abbondante nei due principali partiti della maggioranza. Liberalismo vuol dire garantismo: che pare preoccupazione della sola Forza Italia (e di Renzi). Liberalismo vuol poi dire fisco equo e riduzione fiscale: un tema su cui Forza Italia si è molto impegnata fin dai primi giorni di governo. Liberalismo, infine, vuol dire europeismo, in connessione stretta con le posizioni del Ppe. Che, nella politica europea, equivale a cercare di mantenere buoni rapporti con Francia e Germania e, soprattutto, tenere le distanze da Le Pen e dai partiti di matrice lepenista della Ue. In secondo luogo, più il governo si sposta a destra, più ha bisogno di un riequilibro al centro: è un fatto di meccanica politica. Ma anche i moderati e i liberali, che avevano scelto il Pd, potrebbero ora guardare a Forza Italia, soprattutto dopo che il Nazareno appare una succursale della Cgil.

E infine, e qui ha particolarmente ragione Berlusconi, la libertà è ancora oggi minacciata, come un tempo, dalle pulsioni populiste e forcaiole da destra e dalle tentazioni neo collettiviste e da stato etico da sinistra: una forza politica che voglia difendere la libertà, è più indispensabile che mai.

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