"La votazione a scrutinio segreto non può essere concessa". Pietro Grasso entra subito a gamba tesa nel dibattito parlamentare. Stralcia la richiesta di voto segreto sull'ordine del giorno presentato da Gaetano Quagliariello e Roberto Calderoli sul non passaggio agli articoli del ddl Cirinnà. Una mossa, quella del presidente del Senato, che molti hanno accusato essere politica e per nulla super partes.
Rievocando il passaggio dei Promessi sposi, in cui a don Abbondio il bravo intima che il matrimonio tra Renzo e Lucia "Non s'ha da fare, né domani né mai", Calderoli ha accusato Grasso di aver scelto l'imposizione opposta: "Questo matrimonio s'ha da fare domani e sempre". Il vicepresidente del Senato si è augurato che la scelta "politica" del presidente sia stata "spontanea". "Poteva convocare la Giunta del Regolamento - ha detto inoltre Calderoli - dove, vista la maggioranza ampia, poteva anche fare il Ponzio Pilato...". E, invece, davanti a un ddl che sta dividendo il Paese, il solito Grasso prende parte e acutizza lo scontro. Di sicuro non è un buon inizio. "È arbitro e invece ha deciso con un'interpretazione che sembrava un surrogato dalla corte costituzionale stabilendo già chi avesse ragione e chi torto - tuona Quagliariello - ha già detto tutto, ha preso parte".
Anche Carlo Giovanardi non si è tirato indietro da criticare il comportamento del presidente del Senato: "Ma quando faceva il magistrato faceva cosi? Il compito del presidenza non è di tutelare una maggioranza.
Lei fa il servo sciocco della maggioranza e non tutela la minoranza e su una materia così importante. Che il parlamento non si possa esprimere su temi così delicati è una vergogna". "Senatore Giovanardi - ha replicato Grasso - le sue offese per me sono una medaglia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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