Il «vaffa day» per Conte è arrivato. Dopo un lungo travaglio e falliti tutti i tentativi di mediazione, Beppe Grillo consegna il benservito a Giuseppe Conte e riporta nel Movimento Davide Casaleggio. Alle 17 e 29 di ieri sul blog personale di Grillo compare la scomunica per l'ex presidente del Consiglio. Grillo che si mostra sul blog con il volto coperto dalla bozza dello Statuto, motivo dello scontro con l'ex premier, si riprende in sostanza la leadership del Movimento e annuncia l'elezione del Comitato direttivo, la famosa guida collegiale ipotizzata prima della caduta del governo Conte. I toni della risposta di Grillo sono durissimi. Senza margini di riconciliazione. Cala il sipario sull'idillio tra il comico e l'ormai ex avvocato del popolo. In due passaggi il comico affonda il colpo contro l'ex presidente del Consiglio. «Conte può creare l'illusione collettiva (e momentanea) - scrive Grillo - di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l'effetto delle vere cause, l'immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l'effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione». Una bocciatura senza appello per il prof che fu scelto proprio da Grillo e Di Maio, all'indomani del trionfo elettorale nel 2018, per guidare il governo. Il secondo affondo si trasforma in una pesantissima accusa: «Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione». Grillo paragona Conte a «caudillo». Da qui nasce la controproposta: «Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla. Perciò indìco la consultazione in rete degli iscritti al Movimento 5 Stelle per l'elezione del Comitato direttivo, che si terrà sulla piattaforma Rousseau». Stop, dunque all'uomo solo al comando: ritorna in campo la formula della guida collegiale, ipotizzata da tempo. L'altra novità, oltre al vaffa a Conte, è il rientro di Davide Casaleggio. Che Grillo motiva per ragioni legali: «Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione. Ho chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato». Ma è una scelta politica: con la guida collegiale, il Movimento finisce sostanzialmente nelle mani di Grillo che apre la strada al rientro di Casaleggio jr. E forse anche di Alessandro Di Battista. Un ritorno alle origini che il comico proietta però nel 2050: «Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050». L'uscita di Grillo scuote i gruppi parlamentari.
C'è chi come Roberta Lombardi, volto storico dei grillini, si smarca del fondatore. Al Senato il gruppo è in subbuglio. La situazione è meno ostile alla Camera dei deputati dove Di Maio ha il controllo del gruppo e non avrà difficoltà a far sponda con Grillo.
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