"Cuba resiste". Grillo si schiera col regime

Il garante del M5S rilancia la lettera di Frei Betto, teologo che sta con la Rivoluzione. Ira di Fratelli d'Italia: "Di Maio prenda le distanze o si dimetta"

"Cuba resiste". Grillo si schiera col regime

Continuano le proteste a Cuba contro il governo. Esattamente una settimana fa sono iniziate le prime contestazioni a San Antonio de Los Banos, una cittadina a circa 25 chilometri a sud della capitale L'Avana, per poi estendersi a tutte le principali città cubane. I manifestanti - al grido di "Libertà", "Patria e vita" (la canzone simbolo dell'opposizione che sbeffeggia lo slogan della rivoluzione "Patria o morte"), "Abbasso la dittatura" e "Non abbiamo paura" - chiedono le dimissioni del presidente Miguel Diaz-Canel. I cittadini hanno espresso il loro forte malcontento sia per la grave crisi economica (vista la mancanza di cibo e generi di prima necessità) sia per la gestione della pandemia. Sui fatti di Cuba ha preso posizione Beppe Grillo. Ma, anziché schierarsi col popolo in ginocchio, ha preso le parti del regime rilanciando sul proprio blog la lettera di Frei Betto, teologo e scrittore brasiliano che sta con la Rivoluzione.

Grillo sta col regime

Betto, attualmente consulente del governo cubano per l'esecuzione del Piano per la sovranità alimentare e l'educazione alimentare, ha commentato i disordini di questi giorni e si è schierato con il regime comunista dell'Avana. Il teologo sostiene che la Rivoluzione sarà in grado di assicurare tre diritti umani fondamentali: "Cibo, salute e istruzione, oltre a casa e lavoro". "Potreste avere un grande appetito perché non mangiate ciò che più vi piace, ma non avrete mai fame. La vostra famiglia avrà istruzione e assistenza sanitaria, compresi gli interventi chirurgici complessi, totalmente gratuiti, come dovere dello Stato e diritto di ogni cittadino", ha aggiunto. In realtà la situazione è ben lontana da quella prospettata da Betto, come già sottolineava qualche giorno fa Silvio Berlusconi: "La grande manifestazione di protesta dei cittadini cubani contro il regime comunista al grido di "libertà" è motivata dalla grave situazione economica, sanitaria e sociale". La pandemia ha infatti aggravato una situazione già fragile facendo mancare cibo e soprattutto forme alternative di sostentamento rispetto al turismo che di fatto è stato bloccato per oltre un anno e mezzo a causa del virus. Il governo di Díaz-Canel ha risposto con agenti in tenuta anti sommossa, arresti di massa e soprattutto chiusura di internet, forse uno dei motori più importanti della protesta. Già nel 2020, coi primi segnali di mal contento, L'Avana aveva stretto le maglie del controllo e secondo l’Osservatorio Cubano per i Diritti Umani almeno 1.800 persone, tra attivisti e oppositori, sarebbero finite in manette.

Sempre seconod Betto la situazione a Cuba è figlia delle sanzioni degli Stati Uniti, inasprite dall'amministrazione di Donald Trump, e delle pressioni internazionali. "Gli insoddisfatti della Rivoluzione, che gravitano nell'orbita del 'sogno americano', sono stati quindi i promotori delle proteste", è la convinzione di Betto. Che infine ha sottolineato come questa fragilità "presta il fianco alle manifestazioni di malcontento, senza che il governo abbia dispiegato truppe o carri armati nelle strade". "La resilienza del popolo cubano, alimentata da esempi come Martí, Che Guevara e Fidel, si è dimostrata invincibile. È a lei che noi tutti, che lottiamo per un mondo più giusto, dobbiamo solidarietà", ha concluso. Il punto è che oltre all'embargo Cuba soffre di un sistema economico che semplicemente non funziona. La burocrazia socialista dei barbudos non ha permesso uno sviluppo economico adeguato. I margini di autonomia imprenditoriale sono assenti e gli investimenti per la crescita ridotti ai minimi termini. Come ha raccontato l'Economist agli allevatori è persino proibito macellare una mucca se non ha raggiunto un certo peso o prodotto almeno almeno un certo quantitativo di latte durante la sua vita. Uno scenario tutt'altro che prospero.

Bufera contro Grillo

La presa di posizione di Grillo ha scatenato subito la polemica. In Fratelli d'Italia Carlo Fidanza ha espresso lo sconcerto totale: "Gravissimo! Beppe Grillo sul suo blog difende il regime comunista cubano e inneggia alla rivoluzione castrista". Il capodelegazione al Parlamento europeo di FdI-Ecr e responsabile Esteri del partito di Giorgia Meloni, attraverso un post su Facebook, ha ricordato che la forza politica di cui il comico genovese è ancora garante (ovvero (Movimento 5 Stelle) esprime il ministro degli Esteri nell'attuale governo guidato da Mario Draghi.

L'appello di Fidanza infatti è rivolto proprio a Luigi Di Maio: "Cosa ne pensa Di Maio? È questa la posizione sua e del governo italiano sulla gravissima repressione in corso a Cuba? Di Maio prenda le distanze da Grillo o, per coerenza, si dimetta". Gli ha fatto eco Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d'Italia: "Allucinante! Oggi Beppe Grillo sul suo blog elogia il regime comunista di Cuba. Possibile che i 5 Stelle siano sempre al fianco delle spietate dittature!? Di Maio cosa avrà da dire?".

La scelta di Grillo di rilanciare il lungo testo di Frei Betto ha trovato l'assoluta contrarietà anche di Fabrizio Cicchitto, presidente dell'associazione Riformismo e libertà e già presidente della commissione Esteri: "Benissimo. Grillo oltre che amico dei cinesi lo è anche del governo cubano che sta massacrando i dimostranti. Non è chiaro qual è la posizione su Maduro.

Nel passato tutto il M5S era per Maduro. Quindi abbiamo un movimento del tutto affidabile sulla politica estera. E adesso vogliono anche dare lezioni sulla giustizia. Certamente ispirati dai testi cubani e cinesi".

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