Ma Grillo cosa potrà fare durante l'assemblea? «Grillo è il Garante, quindi ha diritto di intervenire e nessuno potrà impedirgli di parlare». A dirlo è un importante esponente del M5s, riunito con un capannello di parlamentari nel cortile di Montecitorio. Lo scenario, per la fase finale dello sfiancante confronto tra il leader e il fondatore, è quello di un'arringa del comico ai danni dell'avvocato Giuseppe Conte. L'appuntamento, dunque, è per la seconda metà di ottobre, quando Grillo presenterà la sua «mozione» durante quello che sarà il culmine del «congresso» pentastellato. Il Foglio l'ha chiamata «tecnica Parmalat». O anche «Telecom o Mps».
Insomma, un appello accorato agli attivisti-azionisti del Movimento. Una resa dei conti a carte scoperte, come nelle assemblee delle grandi società in crisi. Si parte con sei domande sullo svolgimento dell'assemblea, pubblicate in serata anche dal comico sul suo Blog, in un post intitolato «la politica non è l'arte di imporre soluzioni migliori ma di impedire le peggiori». Poi via con il «questionario». Il Garante chiede «criteri che assicurino parità di accesso e partecipazione» all'assemblea costituente, che avrà il suo finale nella seconda metà di ottobre. «Come saranno selezionati gli iscritti aventi diritto al voto, tenuto conto che l'iscrizione ha durata annuale e si rinnova automaticamente in caso di login e altra attività partecipativa stabilita dal Comitato di Garanzia», è il primo quesito. Domanda che nasce dal timore del fondatore di un golpe di Conte, che avrebbe disattivato alcuni iscritti con l'obiettivo di avere una platea manovrabile. «Al fine di valutare l'adeguatezza di questo metodo, vorrei capire meglio come si è svolta questa consultazione», aggiunge. Quindi chiede di sapere «la differenza fra gli iscritti prima e dopo la consultazione». E ancora: «Quali esponenti del movimento hanno accesso all'anagrafica degli iscritti e quali di questi hanno il diritto di inviare loro comunicazioni». Grillo, poi, specifica che «anche il sottoscritto» dovrebbe avere accesso a questi dati. Il fondatore vuole sapere come sarà stabilito «l'ordine di priorità» delle oltre 22mila proposte degli attivisti arrivate sulla piattaforma.
Anche se, in realtà, saranno gli iscritti a stabilire quali proposte vagliare prioritariamente con una votazione nella prossima settimana. Ma il Garante insiste sui 300 «saggi» estratti a sorte che dovranno esaminare le idee degli attivisti. «Come avviene esattamente questa selezione casuale? Con sorteggio fra tutti gli iscritti o fra una selezione di iscritti, e in tal caso fatta da chi? Come viene svolto materialmente il sorteggio?», chiede. «Una volta conclusa la seconda fase, dovrà essere predisposto un documento che sintetizzerà le varie proposte risolutive, che sarà poi presentato all'assemblea. Chi predisporrà materialmente questo documento?», incalza l'Elevato. Che conclude: «Tenuto conto che queste mie richieste di chiarimento si riferiscono a un processo che è già in corso, ti sarei grato se volessi rispondermi con cortese sollecitudine».
Un puntiglio, quello di Grillo, che alimenta i sospetti in una truppa parlamentare che ormai è quasi tutta ostile al comico. C'è chi collega gli ultimi interventi del Garante ai «consigli legali» di Virginia Raggi, già praticante e collaboratrice dello studio legale di Pieremilio Sammarco, lo stesso avvocato romano che ora aiuta Grillo in vista della battaglia a colpi di cavilli che andrà in scena con Conte.
E
l'ex sindaca è anche componente del Comitato di Garanzia, cui si rivolge Grillo nella lettera. «Beppe la settimana scorsa a Roma ha incontrato Raggi e Sammarco», ipotizzano i parlamentari. Dal Vaffa ai cavilli da leguleio.
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