Sono stati gli interventi di sostituzione delle barriere anti-rumore, finite al centro di uno dei filoni dell'inchiesta della Procura di Genova che ha portato a misure cautelari nei confronti di quattro ex manager di Aspi e di due tecnici. Barriere presenti su circa sessanta dei 3mila chilometri di rete di Autostrade. In una nota la società precisa che «la totalità di queste barriere è già stata verificata e messa in sicurezza con opportuni interventi tecnici tra la fine del 2019 e gennaio 2020, nell'ambito del generale assessment delle infrastrutture messo in atto su tutta la rete autostradale. Per tali infrastrutture è stato parallelamente definito a inizio 2020 un piano di sostituzione di intesa con il dicastero concedente, articolato in tre fasi: una prima fase propedeutica agli interventi, attualmente in corso. Una seconda fase, che prevede la sostituzione delle barriere nei punti maggiormente esposti a impatto acustico, pianificata dalla seconda metà del 2021. Una successiva terza fase completerà invece la sostituzione sugli altri punti». La spesa per gli interventi di sostituzione è «pari a circa 170 milioni di euro, è già stata autorizzata dal consiglio di amministrazione di Aspi dell'aprile 2020 e sarà a completo carico della società».
Ma sono tanti gli interventi di messa in sicurezza da attuare sulla rete autostradale gestita da Aspi, su gallerie e viadotti. Ci sono stime che circolano tra tecnici qualificati e mai smentite secondo cui la rete autostradale italiana necessiterebbe di interventi di manutenzione pari a 40 miliardi, di cui 20 sarebbero riferibili alle tratte di competenza di Autostrade per l'Italia.
Nel nuovo accordo sotto la lente del governo però la società aveva messo sul piatto un piano economico finanziario per realizzare fino a 14,5 miliardi di euro di investimenti in nuove opere e 7 miliardi di euro di spese di manutenzione per l'ammodernamento della rete, con la possibilità di aprire «da subito» importanti cantieri a livello nazionale. Gli interventi più urgenti sul nodo ligure sono già stati avviati ed erano partiti proprio in estate, creando intasamenti e ingorghi per la chiusura delle gallerie. Il ministero delle Infrastrutture aveva anche aperto una procedura di contestazione per «grave inadempimento» dopo le ispezioni delle 285 gallerie della rete in Liguria. Sulle 220 ricontrollate il 95%a aveva problemi di sicurezza della struttura o richiedevano interventi urgenti. Così come alcuni viadotti marchigiani e abruzzesi dell'A14. Ma finita la messa in sicurezza delle situazioni di emergenza servirà una fase progettuale e un piano di interventi pluriennale.
«Inutile negare che nelle gallerie autostradali della Liguria ci saranno cantieri per i prossimi 5-10 anni», aveva dichiarato il direttore della Gestione reti di Autostrade per l'Italia, Enrico Valeri. «Saranno pianificabili - ha aggiunto il manager - e, a differenza di quanto avvenuto finora, non avremo più l'urgenza di scoprire incertezze sulla sicurezza, ma stiamo parlando di attività impattanti».
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