Gualtieri e il regalo ai suoi elettori romani

Il Mef voleva donare 900mila euro alla Casa delle donne, ma Fdi sventa il blitz

Gualtieri e il regalo ai suoi elettori romani

Il governo confeziona una marchetta per il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, candidato alla Camera dei deputati per le suppletive a Roma. Ma il blitz viene smascherato da Giorgia Meloni che impone il passo indietro all'esecutivo.

Tutto accade nel giro di poche ore. Il ministro dell'Economia è in campagna elettorale nel collegio Roma centro: in palio c'è il seggio rimasto vacante dopo le dimissioni dell'ex premier Paolo Gentiloni, nominato nel frattempo commissario Ue. Si voterà il primo marzo. Ma la battaglia elettorale del ministro, che non si è sospeso nel periodo della competizione, parte con un mezzo passo falso. Lunedì arriverà in Aula il milleproroghe: tra gli emendamenti dei relatori della maggioranza Pd-M5s al decreto spunta un contributo di 900mila euro alla Casa delle donne di Roma. Potrebbe sembrare un provvedimento di buon senso ma la verità è un'altra: l'associazione è legata alla sinistra e svolge le proprie attività nel Municipio I di Roma, territorio che ricade nel collegio Roma 1 della Camera, dove è candidato proprio il ministro Gualtueri. Quasi un milione di euro in piena campagna elettorale.

Sale l'indignazione delle opposizioni. La leader di Fratelli d'Italia denuncia lo scandalo. «Un collegio nel quale è candidato alle elezioni suppletive il ministro dell'Economia, Gualtieri, Pd. E da dove prendono questi soldi? Da un fondo del ministero dell'Economia guidato da Gualtieri - attacca la Meloni -. È ignobile come la sinistra utilizzi senza nessun pudore il potere e le istituzioni per fare marchette elettorali e comprare voti. Fratelli d'Italia darà battaglia in tutte le sedi per denunciare e cancellare questa oscenità. I soldi degli italiani sono degli italiani, non del Pd e dei suoi amici».

L'imbarazzo tra i giallorossi è forte. E anche tra i Cinque stelle, che nel collegio concorrono con un proprio candidato, Rossella Rendina, cominciano a circolare malumori per il blitz della sinistra. Esplode la polemica. I giallorossi sono costretti al passo indietro. L'emendamento viene dichiarato inammissibile nella commissione Affari istituzionali. Ma l'associazione vicina alla sinistra non molla e spera ancora nel contributo del governo: «Noi siamo caute. Ci dicono che forse l'emendamento dichiarato inammissibile potrebbe essere riformulato in un subemendamento. Aspettiamo per trarre conclusioni», commenta la presidente della Casa internazionale delle donne Maura Cossutta.

Meloni esulta: «Grazie alla denuncia di Fratelli d'Italia, oggi in Commissione è stata bloccata l'ultima oscenità del Pd, che voleva prendere quasi un milione di euro da un fondo del Mef guidato da Gualtieri per darli alla Casa delle donne, un'associazione di sinistra che si trova nello stesso collegio nel quale il ministro Pd Gualtieri è candidato. Non si possono usare le istituzioni e il potere per marchette e comprare consenso. Non abbasseremo la guardia».

La marchetta non va a buon fine.

La rabbia della sinistra è contenuta nelle parole di Davide Faraone, senatore e capogruppo di Italia viva a Palazzo Madama: «Meloni che esulta per aver sabotato un contributo a un'associazione che si occupa di sostegno alle donne vittime di violenza è una scena indegna. Ci risparmi la solidarietà ipocrita del giorno dopo chi avrebbe potuto fare qualcosa il giorno prima ma ha voltato le spalle».

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