Il testo del Recovery fund italiano, nonostante tutto, è un cantiere aperto. Ieri, a 12 ore dall'approvazione del «Piano nazionale di ripresa e resilienza», e poche ore prima dall'annuncio dell'uscita dei ministri di Italia Viva dal governo, il responsabile dell'economia Roberto Gualtieri proseguiva le trattative per limare la distribuzione delle risorse europee.
Prima preoccupazione, accontentare il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova. Obiettivo esplicitato da fonti ufficiali: integrare gli investimenti previsti per l'agricoltura con altre risorse, come chiesto ieri nel corso del Consiglio dei ministri dalla esponente di Italia viva. Ritocchi in vista anche per capitoli di altri ministeri.
A dettare l'agenda del «più grande piano di investimenti mai visto in Italia» (definizione di Gualtieri via Twitter al termine del Consiglio dei ministri) sono quindi le esigenze di maggioranza e governo. Stesso schema sul Meccanismo europeo di stabilità, difeso da Italia Viva e osteggiato dal M5S, Gualtieri ha spiegato che il Mes «non fa parte di Next generation Eu e non sono soldi che possono essere usati come risorse aggiuntive per la sanità».
Un inedito. Il ministro dell'Economia, che si era sempre espresso a favore del prestito sanitario del Mes, ha quindi sposato le tesi dei Cinque stelle, da sempre contrari al finanziamento da 36 miliardi, anche se la spesa per interessi sarebbe decisamente inferiore rispetto a quella sostenuta dallo Stato.
Ultimi tentativi per tenere in piedi, se non il governo così come è ora, almeno la maggioranza.
Renzi ha garantito il suo voto su Recovery, scostamento di bilancio (cioè l'autorizzazione concessa al governo a fare più deficit) e il decreto ristori. Ma Italia viva fuori dall'esecutivo rende meno stabile la maggioranza e mette a rischio anche altri appuntamenti economici.
La legge di Bilancio prevede l'avvio di una riforma fiscale minima, che ora si complica. In particolare l'introduzione dell'assegno unico.
Proibitiva la riforma dell'Irpef che comporta scelte difficili e ha già visto su fronti opposti i partiti della maggioranza che sostiene il Conte II. Meno complicata la riforma degli ammortizzatori sociali, annunciata dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Potrebbe essere abbozzata nel decreto ristori. Complicatissimo il capitolo previdenza. Italia Viva non è ben disposta verso alternative blande a Quota 100 e in passato ha chiesto la fine tout court dell'anticipo pensionistico. Pd e M5s cercano alternative allo scalone.
Complicazioni che non fanno bene all'economia italiana.
Ieri la presidente della Bce Chrsitine Lagarde ha difeso il Recovery («quando il gioco si fa duro gli europei restano insieme e giocano come dei duri») e ha chiesto di attuare il Next Generation «rapidamente», con un rapida emissione dei fondi e «subito i pagamenti agli stati». Sottinteso, l'Italia dovrà essere pronta e il governo dovrà essere stabile.
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