"È una guerra non convenzionale: ecco come dobbiamo difenderci"

Le fake news, la pandemia, il ddl Zan e l'elezione del prossimo capo dello Stato: per tre giorni, a Ponza D'autore, si parlerà di informazione e libertà. Anticipiamo questi temi parlandone con Nuzzi

"È una guerra non convenzionale: ecco come dobbiamo difenderci"

Pandemonio. Quest'anno, alla sua tredicesima edizione, Ponza D'autore torna con un titolo provocatorio. L'obiettivo di questa ambiziosa rassegna culturale, promossa da VisVerbi di Barbara Castorina e Valentina Fontana e ospitata dal Grand Hotel Santa Domitilla, è cercare di "mettere ordine nell'infodemia di cui siamo stati vittime negli ultimi anni" in modo da inquadrare la direzione che sta prendendo il nostro Paese. Dall'emergenza fake news al dibattito sul ddl Zan, passando per la pandemia e il futuro sostenibile, per tre giorni (si inizia venerdì e si chiude domenica) esponenti del governo Draghi, giornalisti e imprenditori animeranno il dibattito per rispondere alla domanda da un milione di dollari che assilla tutti gli analisti (e non solo): cosa c'è dietro all'informazione di oggi? Abbiamo provato ad anticipare qualche risposta sentendo il parere di Gianluigi Nuzzi, firma storica del nostro Giornale e ora volto Mediaset di Quarto Grado, nonché anima di Ponza D'autore.

Gianluigi, gli italiani sono ubriachi di informazione su tutti i fronti. Molte volte faticano a capire cosa sia vero e cosa no. Qual è, oggi, lo stato dell'informazione?

"In Italia l'informazione boccheggia... ci troviamo in un periodo estremamente fragile. Proprio mentre siamo chiamati ad affrontare una pandemia, infatti, ci ritroviamo a dover fare i conti con una drastica riduzione della platea degli organi di informazione a fronte di un'offerta gratuita che divora ogni tipo di pubblicazione tradizionale. Come se non bastasse, non si riesce più a riparare i cittadini dalle fake news che adesso 'cadono' da ogni parte."

Le persone non hanno strumenti adeguati per schermarsi da questo genere di "attacchi"?

"Quello delle fake news è un virus ancora più subdolo del Covid perché a volte si ammanta anche di ufficialità e credibilità. Non a caso le fake news fanno parte delle armi non convenzionali con cui vengono combattute le battaglie politiche, economiche e sociali di quest'era. Al di là delle fake news, che si producono in maniera spontanea e asimmetrica, esistono Paesi e centri di potere di ogni tipo che hanno tutto l'interesse a diffonderle."

Che tipo di interessi?

"C'è, ad esempio, chi lo fa per destabilizzare e chi per far prevalere interessi economici-politici propri rispetto alla concorrenza. Il problema è, però, uno solo: non avendo regolamentato internet, ci ritroviamo in un far west."

Internet e in particolar modo i social?

"Certo. In un contesto di grande difficoltà, come quello attuale in cui ci siamo ritrovati a combattere una guerra non convenzionale contro un virus, bisognerebbe introdurre leggi di emergenza. I distributori di fake news dovrebbero essere perseguiti in maniera molto severa, con leggi eccezionali adeguate al momento di guerra che stiamo vivendo. Altrimenti si creano fenomeni di psicosi, allarme e paralisi che sono molto pericolosi per la tenuta di un Paese."

Tutto questo si intreccia con un altro tema importante della rassegna: la libertà. Uno degli incontri metterà, infatti, a confronto Sileri e Bassetti. Come si conciliano queste leggi di emergenza con la libertà del singolo?

"La tutela della salute pubblica è un patrimonio da preservare. La salute pubblica della collettività è più importante della salute dell'individuo perché l'interesse del gruppo è più importante di quello del singolo. Se condividiamo questo principio, non solo di buonsenso, ma anche di tutela della collettività, bisogna anche farci carico delle conseguenze che esso comporta. Un esempio: un medico no vax non può stare in corsia. E ancora: bisogna prendere provvedimenti contro chi diffonde notizie contro i vaccini che rallentano la campagna di adesione dei cittadini. I no vax sono liberi di pensare ciò che vogliono, ma c'è un problema di salute pubblica. E loro costituiscono un problema per la tutela della salute degli altri."

Cosa pensi del Green pass?

"Ritengo sia uno strumento indispensabile e moderno, adatto al periodo di emergenza che stiamo vivendo. Spero solo che l'industria della falsificazione, che in Italia è fiorente e florida, non inizi a falsificarli."

Venerdì prossimo Ponza D'Autore aprirà mettendo al centro il ddl zan, un tema che ha divisivo profondamente sia la politica sia l'opinione pubblica. Come si sono influenzate comunicazione e politica in questo dibattito?

"Innanzitutto non bisogna trascurare l'atteggiamento che ha avuto uno Stato estero, la Città del Vaticano, sulla politica italiana. Credo che questa sia stata un'entrata a gamba tesa, e sarebbe anche l'ora di finirla. Pensavo che queste fossero cose del secolo scorso. Mi auguravo che con questo Papa non accadessero più situazioni simili. Invece il cordone ombelicale che lega la politica italiana al Vaticano ci fa precipitare in situazioni difficilmente spiegabili in altri Paesi. È impensabile e fuori dal mondo immaginare in Francia o in Inghilterra, cioè in società che si ritengono moderne, la stessa situazione che si è venuta a creare in Italia. Ognuno, poi, può avere le proprie posizioni, ma il Vaticano ne ha avuta una irricevibile. Siamo ancora lontani dall'affrancamento da certi tipi di catene e dipendenze che rallentano la strada al nostro Paese."

La politica, però, ci ha messo del suo: Letta ha alzato il muro e si è rifiutato di sedersi a un tavolo...

"Non capisco perché sedersi a un tavolo. Se c'è una maggioranza si vota e basta. Penso che questa vicenda abbia subito una serie di strumentalizzazioni che vanno al di là del contenuto. Al netto della vicenda in sé, il dibattito sul ddl Zan è stato strumentalizzato nel corso di una guerra a bassa intensità combattuta all'interno della maggioranza per perseguire interessi che sono lontani da quelli dei diritti indicati nella legge."

Ultima domanda. A Ponza si parlerà anche dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica: il tema vero a cui guardano tutti i partiti. Che cosa dobbiamo aspettarci?

"Questa è la grande partita politica. Fare previsioni, però, è difficile nonché fuori luogo. Gli esiti non sono scritti, e quindi bisogna osservare le mosse che verranno fatte nei prossimi mesi. La rassegna dedica una serata al semestre bianco proprio per fornire strumenti e dare prospettive per capire la scelta che verrà fatta.

Noi italiani non viviamo in una repubblica presidenziale ma di fatto è come se lo fossimo. I presidenti della Repubblica, nel nostro Paese, non hanno un ruolo secondario. Hanno un ruolo importantissimo, e lo abbiamo visto recentemente con gli ultimi presidenti."

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