Ha difeso la Rackete, l'avvocato attivista vuol candidarsi col Pd

Nel mirino le comunali di Bologna: così Cathy La Torre prova la scalata tra i dem. Nel curriculum: fedeltà cieca alle Ong

Ha difeso la Rackete,  l'avvocato attivista  vuol candidarsi col Pd

Dopo la sofferta riconferma di Stefano Bonaccini, la prossima sfida in Emilia Romagna sarà l'elezione del sindaco di Bologna, fortino rosso per eccellenza. Per scongiurare un altro caso Guazzaloca, la sinistra già discute su chi candidare nel 2021. E mentre molti si chiedono se l'erede di Virginio Merola sarà del Pd, sulla scena irrompe Cathy La Torre, avvocato e nota attivista Lgbt. Ma, soprattutto, legale della «capitana» Carola Rackete.

Nata a Trapani nel 1980, La Torre è già stata consigliera comunale a Bologna dal 2011 al 2016. Fondatrice di Gaylex.it, ha dato il via alla campagna «Odiare ti costa» contro le offese sui social. Spesso in polemica con Salvini, fece parlare di sé per aver indossato una maglietta con il font della polizia e la scritta «Frociaria di Stato».

Durante lo scontro estivo tra Viminale e Organizzazioni non governative, Cathy ha ricevuto il mandato dalla Sea Watch di tutelare civilmente il capitano Rackete, che con la sua nave carica di migranti forzò il blocco imposto dell'allora ministro leghista e che per questo venne arrestata. La candidatura della legale per ora è un'ipotesi, ma lei già accarezza l'idea: «Ci sto pensando - conferma al Giornale - È il mio sogno».

La corsa in realtà sarà complicata. Il favorito ad oggi è Matteo Lepore, assessore piddino e braccio destro di Merola. Ma Cathy può sfruttare diversi fattori a proprio vantaggio: il primo, la vicinanza al mondo Lgbt che a Bologna conta non poco; poi c'è la visibilità nazionale, conquistata anche con le cause intentate contro Salvini (ad esempio, quella per la citofonata al Pilastro); infine, ha preso le difese di molte sardine, altro possibile catalizzatore di preferenze nella città dove è nato il movimento di Santori.

«Io conosco Bologna - sussurra al telefono - e non voglio che la mia figura sia legata alle mie battaglie contro Salvini, ma a quelle che faccio per i diritti delle persone». Eppure la sua esposizione in chiave anti-leghista potrebbe avere un peso. Molto alla fine dipenderà dalle scelte del Pd, che dovrebbe accettare di cedere la pedina di candidato sindaco ad una personalità esterna alla «ditta».

La Torre si augura che la sinistra riesca ad uscire «fuori dagli schemi delle correnti e dei partiti». Ma non è scontato.

La scia da seguire sarebbe quella che ha portato Elly Schlein («siamo amiche da una vita») alla vice-presidenza della Regione.

«C'è un nuovo protagonismo di figure outsider», dice La Torre che inizia a evocare le primarie. «Penso vadano fatte», ragiona. L'avvocato di Carola sogna Palazzo d'Accursio.

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